Finocchiaro all’Ikea con la scorta, dalla sinistra ci si aspetta di più…

ROMA – La senatrice Pd Anna Finocchiaro torna sulla polemica della foto che la ritrae all’Ikea con tre uomini della scorta e paventa anche l’ombra di un complotto dicendo: “Quelle fotografie, effettuate con tutta evidenza con una macchina fotografica professionale, sono molte e compongono un servizio fotografico completo pubblicato dal settimanale Chi, evidentemente non frutto di scatti rapiti o casuali”. Certo si può aprire un dibattito sull’utilità della scorta, privilegio tutto italico. Ma la Finocchiaro deve ricordare che la polemica si basa su una questione di opportunità e di immagine: voleva farsi accompagnare a fare spese? Benissimo, poteva chiedere a un solo uomo della scorta di farlo. Per una questione di messaggio da inviare ai cittadini, non può meravigliarsi che in molti abbiamo storto il naso di fronte a quella foto. Da una politica di sinistra, così tanto attiva sui temi della giustizia e della lotta alla “Casta”, ci si aspetta un atteggiamento molto più “low profile” di chiunque altro.

Sull’utilità della scorta, appunto, si potrebbe poi aprire certamente un dibattito. Lei stessa, nella lettera al Corriere della Sera, dice di aver a più riprese chiesto che la scorta le fosse tolta. Molti esempi prima di lei, come anche quello di Silvio Berlusconi per citare un componente dello schieramento avverso, hanno dimostrato nel tempo che la scorta non è così necessaria per l’incolumità dell'”assistito”. Basti pensare agli esempi più cruenti, come può essere quello di Giovanni Falcone, o quelli meno drammatici ma comunque indicativi, come quello appunto di Berlusconi e la statuetta della Madonnina in piazza del Duomo.

Questo però non può dare alla Finocchiaro l’alibi per pulirsi la coscienza e definirsi senza colpa. Usare la scorta per far spese all’Ikea è comunque una cosa che non si dovrebbe fare, più che altro per una questione di immagine. I cittadini, gli elettori della Finocchiaro, si aspettano da lei un atteggiamento estremamente ligio al dovere. Come si giustifica di fronte a questo?

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