Bambini nelle pubblicità e in tv, e non sui giornali per cronaca. Perché?

Pubblicato il 5 Dicembre 2012 - 00:29 OLTRE 6 MESI FA
“Famiglia homoparentale” di Oliviero Toscani

ROMA – La nuova pubblicità di Oliviero Toscani per Elle edizione francese si chiama “famiglia homoparentale” e mostra due coppie omosessuali (due donne e due uomini) con al centro un neonato tutto nudo.

Al di là della simbologia della foto, come sempre molto intensa e comunicativa come Toscani ci ha abituato, c’è una cosa che a chi lavora nei media non può sfuggire. Perché un neonato, un bambino in generale, può essere raffigurato in una pubblicità, per giunta nudo, e nei mezzi di informazione no, quando si tratta ad esempio di una vittima di un caso di cronaca?

La legge impone, con il codice di Treviso con cui i giornalisti hanno autoregolamentato la materia, che i media non possano in nessun caso mostrare immagini di minori. Rispetto della privacy e rispetto della minore età alla base di questo regolamento, anche giusto. Ma proprio perché giusto, ci si chiede a maggior ragione perché lo stesso divieto non venga applicato a pubblicità, tv, cinema.

Si potrebbe obiettare: nei casi di pubblicità, tv, cinema e spettacoli vari, i genitori sono ben consenzienti, anche perché spesso ci guadagnano. Ma, diciamo noi, che significa? Alcuni genitori mandano le figlie o i figli a prostituirsi e lo fanno volontariamente, per questo il loro comportamento è lecito?