ROMA – “Il mondo del lavoro, del commercio e delle professioni, del porto è ferocemente arrabbiato”, ha dichiarato il presidente del Comitato degli sfollati del ponte Morandi, Franco Ravera, ai microfoni di Mediaset. Il popolo degli sfollati è stanco, esasperato dalle lungaggini, dalla poca chiarezza sul suo destino. E fin qui… “Per questo siamo pronti ad andare a protestare sotto qualche palazzo ma anche a Sant’Ilario, sotto casa di Beppe Grillo“, ha aggiunto Ravera.
Sotto casa di Grillo? L’annuncio è clamoroso, il vaffa al vaffa sarebbe l’inizio di una nemesi storica, di un capovolgimento dei valori, e del resto quando si gioca troppo con concetti sfuggenti come popolo e volontà generale… Qui, sotto le rovine del ponte che fu, si agita e soffre un’umanità che ha una lunga storia di lavoro duro e lotta dura per il lavoro.
L’industria italiana ai suoi albori pescava qui, tra gli inurbati delle valli piemontesi e i primi immigrati dalle campagne del meridione, gli operai che nel 1892 diedero vita al Partito Socialista in una sala intitolata a Garibaldi, il prototipo del primo partito di massa nazionale. Sempre qui, negli anni del boom economico e delle città ciminiere, la popolazione bloccava le strade, interrompeva di forza il normale corso delle attività per chiedere aria più respirabile.
Figli e nipoti di quell’avanguardia di popolo sono anche fra coloro che in massa hanno voltato le spalle alla sinistra tradizionale per abbracciare il vaffa del comico più illustre della città. Con la gente cresciuta a ovest della Lanterna non si scherza, quando avrà attraversato la città in direzione delle floride ville a Levante dove il tribuno abita, ci sarà poco da ridere.