Bergamo, lavavetri si nasconde, polizia ignora. Tutto davanti a una bambina

Bergamo, lavavetri si nasconde, polizia ignora. Tutto davanti a una bambina
Bergamo, lavavetri si nasconde, polizia ignora. Tutto davanti a una bambina

BERGAMO – La lavavetri vede la polizia che arriva e si allontana in fretta nascondendosi sotto un ponticello non lontano dal semaforo. La polizia arriva, si ferma al semaforo, vede il secchio e la spazzola lasciate là dalla lavavetri e se ne va come se nulla fosse. Se ne va senza un controllo, nonostante quel controllo fosse stato richiesto da una cittadina a quello stesso semaforo.

La scena accade a Bergamo domenica 7 dicembre, ma è una scena di quelle che accadono giorno dopo giorno in tutta Italia. Stavolta di diverso c’è che la signora in questione, l’autrice della segnalazione, ha preso il computer e ha scritto una mail al giornale locale “Eco di Bergamo”. Lo ha fatto perché tutto è accaduto davanti a sua figlia di cinque anni, una bimba che tutto ha visto e che come fanno i bambini ha tempestato di domande la mamma.

La lettrice dell’Eco inizia la sua lettera partendo dalla lavavetri, una presenza abituale.

«I miei figli sono abituati a vederla: appoggia la sua roba sul ciglio della strada, in un pezzo di verde sporco e abbandonato subito dopo il sottopasso, sullo slargo che va verso il centro. Lei ha i capelli lunghi e ogni tanto se li spazzola con noncuranza davanti a tutti e in mezzo alla strada. Poi riprende in mano i suoi attrezzi, la bottiglia di acqua sporca e tenta di lavare i vetri alle macchine che sono ferme al semaforo di via San Bernardino».

Solo che domenica accade qualcosa di diverso. La lavavetri all’improvviso scappa, si nasconde.  La bimba vede la scena e chiede alla mamma perché. E mamma fa quello che mamma deve fare, spiega alla figlia cosa sta succedendo. Ma non si limita a questo. Prende un’iniziativa da cittadina: segnala la presenza della lavavetri sotto al ponte

«Allora io gliel’ho spiegata la regola, le ho spiegato della presenza della polizia e di cosa è giusto e sbagliato. L’ho spiegato a una bambina di 5 anni appiccicata con il suo faccino al finestrino. E quando sono arrivata in via Carducci e la volante della polizia locale era ferma accanto a me, non ho potuto no tirare giù il finestrino e dire ai due agenti che quella donna era nascosta e che non era giusto quanto stava accadendo in città: per una questione di decoro e di sicurezza».

La polizia, però, anche davanti alla bambina fa spallucce e tira diritto, un comportamento che ovviamente causa nuove domande da parte della bambina.

«La risposta, sempre davanti a mia figlia, è stata che “la città ne è piena e sì, grazie della segnalazione. A quel punto mi aspettavo che la macchina sarebbe tornata indietro, almeno il gesto di andare a controllare. Ma la vettura ha proseguito il suo viaggio lungo la Briantea e la domanda sapevo che sarebbe arrivata: “Mamma, ma la polizia non fa nulla?”.

La conclusione della lettera è piena d’amarezza. Ed è in qualche modo la sconfortante morale di tutta la storia. Quella di un paese in cui alla lavavetri basta far finta di nascondersi e alla polizia basta dire “sì grazie” e poi tirare diritto mentre tutto resta esattamente come prima. Una morale difficile da spiegare a una bambina di 5 anni. Chiude la signora di Bergamo:

Sono certa che i due agenti avessero qualcosa di più importante e urgente da fare anche se la sensazione non è stata quella. Io ho fatto il mio dovere di cittadina, non so loro come pubblici ufficiali. E un po’ di amarezza ce l’ho: per mia figlia, più che altro e per il suo senso di sicurezza e fiducia nei confronti della sua città».

 

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