ROMA – Berlusconi ha un debole per Gesù e ama paragonarsi a Gesù Cristo in varie occasioni. L’ultima è stata quella della conferenza regionale degli amministratori di Forza Italia del Lazio.
Questa volta si è proiettato nel Gesù della fine, processato e condannato a morte:
“Io ho una cultura sui processi politici: si parte da Socrate, poi qualcuno mi dice di non dirlo, ma anche Gesù ha avuto un processo politico. Poi ci sono i processi staliniani e poi quelli su Berlusconi, quando sarò meno giovane scriverò un libro che vi prego far leggere ai vostri figli”.
Gesù finì sulla croce, Socrate bevve la cicuta e morì in carcere, per le vittime di Stalin la scelta era tra il plotone di esecuzione nel cortile della Lubjanka, il palazzo della polizia politica e la morte più lenta dopo anni di lavori forzati in un lager in Siberia.
A Berlusconi è toccato solo di raccontare barzellette ai vecchietti suoi coetanei in una casa di riposo a Cesano Boscone, dove si recava sulla sua limousine con scorta non destinata a fucilarlo ma a proteggerlo.
Anche ai tempi dell’apogeo, Berlusconi si paragonava a Gesù Cristo anche lui in momenti migliori, quando camminava sull’acqua. Caro grazia che non si è mai spinto a dire di essere più bravo lui perché è più facile galleggiare sul lago di Tiberiade o sul Mar Morto che nel Mediterraneo…
Quel che conta è l’attrazione per la fede e la religione. Anni fa, nel suo repertorio c’era anche un numero di zie suore, da una a cinque, secondo le esigenze.
Chissà se un giorno non lascerà donne, affari e politica per chiudere il suo viaggio terreno nella quiete di un convento.