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Brexit? Tutta colpa di Juncker. A Londra lo chiamano “bullo ubriacone”

di Alberto Francavilla |1 Luglio 2016 8:22

Brexit? Tutta colpa di Juncker. In Gb lo chiamano “ubriacone” (foto Ansa)

BRUXELLES – Tutto il marcio che c’è nella UE, i motivi per cui la maggioranza degli elettori britannici ha optato per Brexit, sembrerebbero essere assommati in una sola figura: Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Europea e secondo un commentatore inglese, un “bullo ubriacone”. Almeno stando a quanto si legge in un articolo sul Daily Mail.

In questo delicato momento che vede l’uscita della Gran Bretagna, l’uomo di fiducia della Merkel, ha tutta l’aria di essere un capro espiatorio.

Di sicuro Cameron non l’ha mai avuto in simpatia, come i tanti che al referendum hanno votato “Remain” ma il quotidiano inglese non gliene lascia passare una e scrive: “Dove, se non nell’UE, poteva far strada questo politico senza particolari talenti, proveniente da un paese delle dimensioni del Surrey, al quale è stata data la presidenza di una commissione che – operando in totale segretezza – sovrintende 28 paesi (presto 27) e più di 500 milioni di persone?”.

“Come in una parodia di un “don mafioso”, ha avvertito la Gran Bretagna sulle “conseguenze” da affrontare una volta lasciata l’UE”.

“Il primo passo è stato quello di imporre un “divieto presidenziale” ai funzionari dell’Unione Europea che conducano a colloqui informali con l’ Inghilterra”.

Geoffrey Levy, autore dell’articolo, scrive:”Noto “per gli abiti sgualciti e l’alito alcolico”, Junker altro non è che il “bullo ubriacone” dei politici, che “durante i discorsi tende a vantarsi del proprio coinvolgimento in “difficili negoziati”. Il presidente della commissione europea nega, in ogni caso, di avere un problema con l’alcool.

Juncker, che è stato primo ministro dal 20 gennaio 1995 al 10 luglio 2013 del Lussemburgo e presidente dell’Eurogruppo dal 2005 al gennaio 2013, è rimasto coinvolto in un sistema di elusione fiscale che ha consentito al Granducato del Lussemburgo di trasformarsi in una sorta di paradiso fiscale europeo.

“Ironicamente, se post-Brexit le aziende inglesi continueranno a depositare i propri profitti in Lussemburgo – conclude il Daily Mail – questo simbolo di arrogante Eurocrate, ne sarà sicuramente felicissimo”.

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