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Caso Ablyazov. Cancellieri: “Tutto in regola” dal 5.06. Perché il polverone?

di Marco Benedetto |18 Luglio 2013 9:37

Annamaria Cancellieri: ll 5 giugno disse: “Caso Ablyazov, tutto secondo la legge”

Sul caso Ablyazov e la moglie con due cognomi,  Shalabayeva e Alya, ma non quello del marito, come usa nella ex Unione Sovietica, ci sono due notizie diffuse dalla agenzia di stampa Ansa un mese e mezzo prima che il caso arrivasse in parlamento, provocasse una mozione di sfiducia per il Govermo Letta da parte di Sel e M5S e desse allo scatenato Matteo Renzi nuovo combustibile per destabilizzare la politica italiana.

La prima notizia è del 31 maggio, è datata Roma, e dice:

Alma Shalabayeva, moglie dell’uomo d’affari e oppositore politico kazako Mukhtar Ablyazov, ricercato in patria per presunte truffe ed associazione criminale, è stata espulsa oggi da Roma, dove risiedeva dallo scorso anno, insieme con la figlia di sei anni ed imbarcata su un aereo, appositamente arrivato dal Kazakistan, per riportarla in patria.

”Un fatto di una gravità inaudita – ha tuonato l’avvocato Riccardo Olivo, legale della donna insieme con colleghi dello studio Vassalli – la signora Shalabayeva non ha commesso alcun illecito ed ora è esposta all’elevatissimo rischio trattamenti disumani, analoghi a quelli cui fu sottoposto il marito nel 2003, quando si opponeva al regime di Nursultan Nazarbayev, e denunciati da Amnesty International”.

“La donna è stata prelevata mercoledì notte dalla polizia nel corso di un’operazione finalizzata alla ricerca, risultata vana, del marito. Il suo passaporto è infatti risultato contraffatto ed il Prefetto ha emesso un decreto di espulsione della signora Shalabayeva e di sua figlia.

“I legali della donna si sono opposti rappresentando alla Questura ed alla Procura i rischi di un trasferimento in Kazakistan e la disponibilità della donna ad abbandonare volontariamente il suolo nazionale. ”Nonostante ciò – ha aggiunto l’avvocato Olivo – e con una rapidità sorprendente, è stato decisa l’espulsione. Shalabayeva non andava espulsa perché non ha fatto nulla di male e, soprattutto, non andava riconsegnata al Kazakistan”.

Disperata anche una delle figlie maggiori della donna, Madina, residente in Svizzera. ”Un grave abuso nei confronti di cittadini stranieri innocenti – ha dichiarato – in violazione dei diritti civili è stato compiuto in queste ore in Italia”. ”Proprio per i rischi di trattamenti disumani – ha aggiunto – mia madre stava peregrinando dal 2009 in diversi paesi avendo dovuto abbandonare il Kazakistan ed avendo ottenuto l’asilo politico in Inghilterra””.

La seconda notizia è del 5 giugno:

“Mi sono subito informata, le procedure sono state perfette, tutto in regola e secondo legge”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, in riferimento all’espulsione della moglie dell’uomo d’affari kazako, Mukhtar Ablyazov, oppositore politico ricercato in patria per presunte truffe e associazioni criminali.

“La donna assieme alla figlia di sei anni e’ stata rimpatriata il 31 maggio scorso e il suo legale aveva denunciato i rischi a cui veniva esposta tornando in Kazakhstan.

“La questione era finita anche all’attenzione del ministro Guardasigilli che rispondendo ai giornalisti al termine della visita a Casal del Marmo, ha ribattuto: “Non possiamo che prenderne atto””.

Questa seconda notizia viene riportata su Repubblica da Carlo Bonini, a sostegno della tesi, su cui Repubblica appare un po’ troppo fuori misura, che se era sull’Ansa il ministro dell’Interno Angelino Alfano non poteva non sapere del blitz a Casalpalocco, Roma, dove Mukhtar Ablyazov aveva abitato fino a pochi giorni prima.

Ablyazov non è solo ricercato dal suo Paese, il Kazakhstan, ma anche dalla giustizia della Gran Bretagna, dove deve scontare 22 mesi. Dai kazaki è ricercato perché è accusato di avere rubato miliardi di euro da una banca di Stato dove lo aveva messo a caso il tanto odiato dittatore Nazarbayev, di cui in precedenza era pupillo.

Viene  da chiedersi come mai la vicenda abbia assunto le dimensioni di psicodramma politico, con annessa purga nei vertici dell’apparato di Polizia, un mese e mezzo dopo che il ministro della Giustizia l’aveva già liquidata come “in regola e secondo legge”: forse Annamaria Cancellieri ha mentito, ma è passato un mese e mezzo e nessuno se l’è presa con lei. L’espulsione è stata autorizzata dalla magistratura italiana, ma il fatto passa in ombra. Perché?

La cronaca politica del Kazakhstan è ricca di vicende analoghe: grandi fortune, disgrazia presso Nazarbayev, fuga all’estero.

Deprime un po’ che un personaggio di quel giro e il suo immediato entourage sia stato trasformato in eroe al centro di una specie di sacra famiglia da parte di chi asseconda lo scomposto e pericoloso agitarsi di Matteo Renzi e preoccupa che la stabilità in Italia dipenda da una vicenda simile, mentre gli italiani si chiedono come arrivare alla fine del mese.

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