Che emozione. Due film italiani sono stati segnalati dal New York Times, inclusi in una lista di 9, fra i migliori film fino a oggi, “9 film che valgono il vostro tempo”, aggiungono i critici americani.
Fa la scoperta, il 27 maggio, l’edizione italiana di Esquire, “Ci sono 2 film italiani tra i migliori del 2024 secondo il New York Times”, si emoziona, qualche giorno dopo, Repubblica: Due film italiani “tra i migliori” dell’anno secondo il New York Times.
Notiamo: 1) Il New York Times è forse il migliore giornale del mondo, ma l’abitudine tutta italiana di tremare quando scrive di noi (lo stesso vale per altre autorevoli fonti) è eredità di un provincialismo indegno della settima potenza industriale del mondo, ottavo Paese per Pil.
2) I critici cinematografici e teatrali del New York Times sono come quelli italiani, degli snob. I loro criteri di giudizio non sono quelli del pubblico, valli a capire: a volte anche in senso letterale, proprio non si capisce cosa vogliano dire.
Gli italiani fanno persino tenerezza, ogni volta che c’è in vista un premio Oscar c’è sempre un film italiano che dovrebbe essere premiato. Il che poi puntualmente non succede. Meno male che ci sono i premi italiani, che si danno da soli proprio per ovviare alla mancanza di riconoscimento internazionale.
Personalmente, da dopo il sequel di Come un gatto in tangenziale, troppo istruttivo per essere apprezzato, non guardo mai un film italiano: troppa sfiga, in una vita già tanto angosciata e angosciante, ci mancano le loro miserie.
Volevo vedere Il comandante ma è scivolato via, lo recupererò su internet. Guardo su Youtube la serie sul secolo d’oro ottomano, guardo su Youtube i vecchi film sul detective sino-americano Chan.
Dice: ma i greci, la tragedia, la catarsi. Infatti, guardate dove finirono i greci. I romani, dominatori del mondo per un millennio o due secondo l’ottica adottata, producevano commedie anche volgari e oscene, ma la tragedia la evitavano, la conoscevano in diretta sui campi di battaglia.