Ciclisti senza targa pericolo pubblico, 60 senatori li corteggiano e vogliono imporci nuovi vincoli

Ciclisti senza targa pericolo pubblico, 60 senatori li corteggiano e vogliono imporci nuovi vincoli
Ciclisti senza targa pericolo pubblico, 60 senatori li corteggiano e vogliono imporci nuovi vincoli. Una foto storica. Ignazio Marino, ex sindaco ciclista di Roma, sta per cadere dalla bici e se la prende con un inviato delle Iene

I ciclisti in città sono pericolosi a sé e agli altri. Godono di assoluta impunità e così sarà fino a quando qualcuno non imporrà loro la targa e la assicurazione, come è avvenuto per i motorini. Parlare di assicurazione obbligatoria per i ciclisti li manda ai pazzi, nel clima di grillismo che ci attanaglia la vedono come una turpe manovra delle multinazionali. Mi dovete però spiegare cosa succederebbe se un ciclista un po’ irresponsabile mi travolgesse mentre ignaro cammino su un marciapiede di Roma, buttandomi a terra e fratturandomi qualche osso.

I ciclisti sono molto corteggiati dai politici. Come non ricordare i tentativi di sedurli del sindaco post fascista Gianni Alemanno? Come non ricordare il patetico spettacolo del sindaco post comunista Ignazio Marino, che si esibiva in bici inseguito da due arrancanti vigili ciclisti della scorta?

Ora è successo che, per un pugno di quei loro voti, 60 senatori 60 hanno sottoscritto un disegno di legge fuori dal mondo, prima firma quella di Michelino Davico (Gal) . Vogliono multare gli automobilisti che superano un ciclista a una distanza inferiore al metro e mezzo. Chi lo misura il metro e mezzo? Proposta di un senatore con 60 firme: multe fino a 651 euro. Sul Gazzettino di Venezia ampi dettagli. La proposta di legge ha il numero 2658, è stata ribattezzata “salvaciclisti” e è stata subito assegnata all’esame della competente commissione del Senato. Stando alla relazione che accompagna il ddl, secondo le statistiche ogni anno in media muoiono circa 250 ciclisti , oltre 16mila rimangono feriti, “con un indice di mortalità pari ad 1,43 (contro lo 0,67 delle autovetture) e un indice di lesività pari a 94,23 (contro il 65,05 delle autovetture) (dati Istat, 2016)”.

I numero sono incontestabili ma la verità che sta loro dietro è ben diversa da quella che vedono i senatori pro ciclisti. Sono i ciclisti che non devono circolare fuori dei recinti. Sono i ciclisti che girano in città da incoscienti, spesso contromano, senza rispettare le regole, convinti della impunità dell’anonimato. Spesso non hanno luci ma circolano di sera impuniti, a volte con bambini a bordo. Sfrecciano sui marciapiedi. Da quando un anonimo funzionario del Ministero,all’insaputa del suo stesso ministro, ai tempi del Governo Monti, il peggiore della storia della Repubblica, fece intravvedere la possibilità, mai concessa, di poter circolare contromano, il contromano è un must. Non vogliono assicurazione, non vogliono targa. I vigili assistono impotenti. Come fanno a fermarli? Senza targa, filano via facendosi beffe di ogni regola. Se al Nord ci sono dei corpi di polizia municipale che cercano di fare il loro dovere (51 ciclisti multati in un anno a Legnano, 150 a Milano, poca roba ma meglio di niente), da Roma in giù è il caos.

 

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