Clinton cita di striscio Renzi, stampa italiana si esalta

Clinton cita di striscio Renzi, stampa italiana si esalta
Clinton cita di striscio Renzi, stampa italiana si esalta

ROMA – Clinton cita di striscio Renzi, stampa italiana si esalta. Basta il cenno di un potente della Terra, il minimo accenno, anche di striscio, a Matteo Renzi o a qualche altra personalità della politica italiana, a gonfiare il petto come la rana di Esopo invidiosa della possanza del bue? Evidentemente sì, un certo provincialismo di fondo è duro a morire.

Come nel servizio de La Stampa dedicato a Hillary Clinton impegnata nelle primarie democratiche e unico argine, a questo punto, alle straripanti ambizioni del miliardario coatto Donald Trump, una minaccia globale tipo Isis, come l’ha definito The Economist.

A Hillary, sollecitata durante il forum elettorale della Ohio State University dove sul palco era stata preceduta dal rivale democratico per la nomination del partito, Bernie Sanders, è scappato il nome di Renzi. Aveva appena finito di dire, la Clinton, che molti premier stranieri le hanno comunicato il loro endorsement in funzione anti-Trump (“Mi chiedono di accettare il loro sostegno per fermare Trump”). Fuori i nomi, reclamano studenti e giornalisti: unico nome spendibile, quello di Matteo Renzi solo perché il suo appoggio lo ha sbandierato pubblicamente.

Condivisibile, per carità, anche se ragioni non peregrine di etichetta ma di prudenza diplomatica, consigliano una certa distanza dalle libere elezioni americane. Non si sa mai in anticipo chi può vincere, una garanzia democratica dopo tutto. Anche perché, è la stessa Clinton, se si ascolta bene e non si rimane improvvisamente folgorati all’improvvisa citazione del proprio campione politico nazionale, a ribadire che in ogni caso “sono affari degli americani”.

Ineccepibile, soprattutto per una obbligatoria consapevolezza del principio di reciprocità. Ci piacerebbe che il presidente americano, chiunque venga eletto, domani si senta in diritto di dirci chi e come votare alle nostre di libere elezioni?

 

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