Covid dilaga nel mondo, non riescono a fermarlo. In Europa, l’Italia è prima per numero di morti in rapporto con la popolazione: 1.240 per milione di abitanti. La Germania è prima per numero di casi per milione (4.494), con morti per milione pari a un terzo dei nostri (409). Fermiamo il confronto a Europa e America. Siamo i peggiori. Sono cifre modeste se paragonate con i morti causati dalla peste nera del ‘300. 20 milioni su un numero di abitanti in Europa pari a un decimo di oggi. O a quella del 541, la peste di Giustiniano, che uccise da 50 a 100 milioni di persone. Però oggi si va sulla Luna e su Marte. Abbiamo il diritto di beneficiare anche noi del progresso.
In questi numeri, dati ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità, c’è il disastro del sistema sanitario italiano.
Sistema, oltre che Governo. Il Governo Conte si è rivelato particolarmente inadeguato, con i suoi Speranza, Arcuri, De Micheli e compagnia. Ostaggio dei sindacati della scuola e dei trasporti, ridicolo con i banchi a rotelle di cui si è perso traccia, scarsamente capace nell’approvigionamento del vaccino e nel reclutamento di medici e infermieri. Emblematico il sito internet del Ministero della Salute, dove non si trova quello che fanno annunciare sui siti terzi ma non sul loro.
Poi vengono le Regioni. Gli ospedali sono sotto organico di medici e infermieri, ci entri ma non sei così sicuro di uscirne. Nello scaricabarile e rimpallo di colpe fra Roma e periferia c’è mezza storia d’Italia. Vi consiglio di leggere Alamein, di Jon Latimer, un ex ufficiale dell’esercito britannico. È sulla guerra nel deserto, 80 anni fa. A pag. 14 c’è una analisi dei difetti micidiali che condannarono l’esercito italiano in Libia. I soldati italiani furono all’altezza di tutti gli altri soldati nel mondo. Guidati da una classe di ufficiali inadeguata, impreparata, incompetente.
Dalla guerra nel deserto alla guerra al covid
El Alamein, Giarabub, Maletti hanno colorato di gloria le pagine della sconfitta. Fu gloria dei singoli, soldati e ufficiali in prima linea. Ma fu sconfitta degli Alti Comandi. Fu sconfitta di Mussolini ma non solo. Non fu solo sconfitta del fascismo. Questo ce lo raccontano per nascondere il male più profondo. Fu in larga parte sconfitta del sistema italiano. Leggete “E poi…” del generale Mario Caracciolo di Feroleto. Per queste pagine, scritte in un carcere tedesco, fu condannato a morte. Vi analizza dal punto di vista militare le cause della impreparazione italiana. Allora era la guerra guerreggiata. Oggi è la guerra al coronavirus. Ma lo schema è sempre quello.
Torniamo alle statistiche del coronavirus o covid. Anche Gran Bretagna e Francia hanno cifre da strage. Ma mai come da noi. Rispettivamente 1.098 e 989 morti per milione dall’inizio della pandemia. I dati sono attinti al rapporto settimanale della Oms, datato 5 gennaio. Non quadrano con precisione quindi con altri numeri, quelli prodotti ogni giorno dai singoli Paesi. Ma sono discrepanze di nessun impatto.
Secondo il rapporto della Oms, l’Italia è prima, in queste macabre classifiche del covid, anche per valore assoluto nel numero dei morti: su 2,25 milioni di casi, 74.985 fino al 5 gennaio (saliti nel frattempo a oltre 78 mila), rispetto a 74.570 dei britannici (ormai oltre quota 80 mila). Infatti, stando ai dati giornalieri più recenti, gli inglesi ci hanno superato, con 82 mila morti su 3 milioni di malati, rispetto ai nostri 78 mila morti alla data del 9 gennaio 2021. Ma il Regno Unito conta 66 milioni di abitanti, contro i nostri 60 milioni. Lo stesso per la Francia. Casi totali 2,77 milioni, 67.599 morti. Su una popolazione di quasi 67 milioni. Nel rapporto morti/milione siamo sempre primi.
Confronto internazionale sui morti da covid
Limitiamo il confronto internazionale. Difficile credere alle statistiche cinesi, russe o in genere dal terzo mondo. Per amore di statistica, risultano nel mondo 89,6 milioni di casi e quasi 2 milioni di morti. Ma penso che questi numeri non dicano tutta la verità.
E nel mondo nord occidentale c’è chi fa peggio di noi, come lo Stato di New York, dove hanno registrato a oggi 38.846 morti per coronavirus, su una popolazione che è un terzo di quella italiana.
Italia come il Texas
Nemmeno il Texas se la è cavata bene, con 38.846 morti su 29 milioni di abitanti, quasi a livelli italiani. Un po’ meglio la California. 29.226 decessi su 40 milioni di abitanti.
In Europa, siamo decisamente i peggiori nel rapporto morti/popolazione. Nei numeri assoluti, quanto a casi di coronavirus registrati, siamo secondi a francesi e inglesi (pari merito).
Conclusioni
Ma quello che conta, ovviamente, è il rapporto dei morti da covid sul numero degli abitanti. Se ne traggono alcune riflessioni.
1. Il sistema sanitario italiano funiona peggio non dico di quello tedesco, ma di quello inglese. Che se seguite con un po’ di costanza i loro siti, vi rendete conto che quanto a malasanità ci tengono testa. Detto questo, Gran Bretagna e Francia sono fra i peggiori al mondo, con crisi economiche gravi. E il peggio deve arrivare. Ma non si deve dimenticare che sono sorrette da un sistema burocratico normativo ben più forte del nostro.
2. Conte & C. hanno messo in ginocchio l’economia, bloccando tutto, molto più di quanto abbiano fatto almeno finora Johnson e Macron. I risultati sono nelle cifre sopra riportate e in un dato ancor. L’accelerazione che si è avuta nella seconda fase, quando si poteva sperare che le nostre autorità avessero imparato qualcosa e fatto qualcosa. Che ci sia crisi anche in Francia e Uk non ci deve consolare, deve farci riflettere: hanno preso anche loro il morbo italiano.
3. Ci stiamo e ci stanno illudendo con i vaccini. Sono una tappa importante, ma non sono la panacea. Ogni giorno ci rifilano un bollettino di guerra. Ricorda tanto lo “spezzeremo le reni alla Grecia”. Anche quando saremo tutti vaccinati, e ce ne vorrà del tempo, speriamo senza effetti collaterali sui vecchi e i malati di altre malattie, non saremo per questo sicuri al 100 per 100.
Anche se il vaccino è una cosa seria, viene gestito dai Governi, non solo quello italiano, come strumento di propaganda. Sposta nel tempo il confronto con la realtà. Sarà un caso, ma non vi pare strano che non si parli più di cure, solo di vaccini?
Per questo non bisogna abbassare la guardia. La mascherina è, vaccino o non vaccino, lo strumento fondamentale e più efficace di prevenzione, insieme con la distanza. Per il resto si vedà. Intanto le chiese restano aperte.