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Dalle elezioni britanniche 2 lezioni per l’Italia: perchè la sinistra ha vinto, il sistema elettorale

I risultati delle elezioni in Gran Bretagna offrono due temi di riflessione: 1. perchè la sinistra ha viinto; 2. come ha fatto il partito vincitore, il Labour, in italiano il partito Laburista, con solo un terzo dei voti a aggiudicarsi  412 seggi su 650.

(Negli Usa, per l’elezione del presidente, funziona in modo simile, solo che i collegi non sono 650 ma 50: così Trump diventò presidente pur avendo preso meno voti di Hilary Clinton).

Il Labour ha vinto per due ragioni evidenti:

1, la pochezza della classe dirigente conservatrice, lacerata da continue lotte fratricide e afflitta da manifesta incompetenza.

Questi sono gli eredi di Churchill (con tutti i suoi difetti). E la conferma che nella storia di un Paese contano gli uomini ma pesano ancor più le condizioni macro: dimensioni territoriali e di mercato, collocazione nei grandi flussi commerciali, ieri anche i proventi dalle rapine delle conquiste e delle guerre.

IL LABOUR HA VINTO LE ELEZIONI SU POSIZIONI DI CENTRO

Dalle elezioni britanniche 2 lezioni per l’Italia: perchè la sinistra ha vinto, il sistema elettorale – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

2, la evoluzione della posizione politica del partito laburista, che dopo l’uscita di scena di Tony Blair si era spostato sempre più a sinistra. Il culmine fu raggiunto con la segreteria di Jeremy Corbin.

Corbin terrorizzò gli inglesi minacciando super tasse sulla casa se non addirittura l’esproprio (o almeno così era percepita la sua posizione).

Così si spalancò la porta di Downing Street per una sequenza di sempre più mediocri figure, cinque in tutto, durata 14 anni.

Quattro anni fa la svolta del Labour, con l’arrivo alla segreteria di Keir Starmer. Uomo delle istituzioni (fu procuratore generale del Regno, carica politica e non di carriera come da noi), ha portato il partito al centro e ha vinto le elezioni.

Ha trovato così conferma la mia convinzione che la sinistra vince al centro e la soi disant destra di oggi vince all’estrema. 

A parte i casi americani di Reagan (destra) e Clinton – Obama (sinistra) in casa nostra abbiamo visto la vittoria elettorale di Giorgia Meloni e la parabola di Matteo Renzi.

Renzi arrivò al 40% dei consensi con un programma di rinnovamento del sistema che piacque a sinistra e a destra. Purtroppo si fece consigliare male e prese a inseguire Beppe Grillo, minacciando i pensionati e inventandosi una serie di idee ultra demagogiche che hanno portato lui alla marginalità e il Pd all’alveo del 20% del vecchio Pci.
E veniamo al secondo interrogativo dell’inizio. Come ha fatto il Labour ad aggiudicarsi due terzi dei seggi con un terzo dei voti (ancorché molti più dei conservatori che ne hanno preso meno di un quarto – e un quinto dei seggi). 

GLI ITALIANI CHIESERO IL MAGGIORITARIO NEL 1991

La risposta è nel sistema elettorale maggioritario, quello che gli italiani invocarono con il referendum del 1991 e che i vecchi partiti e le loro mutazioni, per salvare se stessi, il loro rispettivo potere e i contributi pubblici, hanno ridotto al’accrocchio di oggi.

Il sistema elettorale maggioritario è la formula più efficace per garantire quella stabilità di governo che Giorgia Meloni vorrebbe ottenere con l’obbrobrio del premierato.

Il parlamento è centrale, il re-presidente ratifica. Sono garantiti 5 anni di stabilità, fatti salvi i golpe interni al partito di maggioranza, come la storia britannica da Blair in qua ha registrato.

Il Labour col 33,8% dei voti prende il 64% dei seggi, modello di premierato, gli italiani lo chiesero nel 1991

Il mistero delle elezioni inglesi, il Labour, col 33,8% dei voti prende il 64% dei seggi alla Camera dei Comuni: è un modello di premierato basato sul sistema maggioritario, un collegio un seggio. Era quello che gli italiani avevano chiesto nel 1991 e che i partiti hanno progressivamente svuotato. Poi vi chiedete perché non andiamo più a votare.

 da Cronaca Oggi 

Starmer, il programma dei primi 100 giorni: tasse ai ricchi (e sulle scuole private), addio al piano Ruanda per gli irregolari

«Ricostruiremo il Paese». Per la prima volta una donna alle Finanze. Rayner vice, Mahmood alla Giustizia Tutti i nomi

Nella tabella i risultati delle elezioni in Gran Bretagna

Voti   %                                           Seggi  %       Numero

Labour                33,8                      63,6            412

Conservatori    23,7                      18,4             121

Reform                14,3                      0,6                  4

Lib-Dem              12,2                       11                   71

Verdi                       6,8                        0.6               4

Snp  (Scozia)      2,4                         1,4                  9

Sinn Fein               0,7                         1,2                7
Plaid Cymru        0,7                         0,6               4

Al Jazeera spiega bene il meccanismo

Chi è Keir Starmer, il nuovo Primo Ministro inglese che ha riportato i laburisti al potere

E qualche titolo per rinfrescarvi la memoria

IL REFERENDUM DEL GIUGNO 1991: L’AVVIO FOLGORANTE DI 25 ANNI DI RIFORME INCOMPIUTE (1991-2016)

Storia referendum elettorali, dal trionfo di Segni al flop per la modifica del Porcellum

Segni e il referendum, storia di un sogno infranto

Referendum abrogativo in Italia del 1991

Legge Mattarella

 da Cronaca Oggi 

IL MAGGIORITARIO INGLESE SPIEGATO AL POPOLO

Infine riporto da al Jazeera on Line una complessa ma esauriente spiegazione del sistema inglese. 
 
 Mentre il Labour ha il 64% dei seggi, in realtà ha ottenuto solo il 34% dei voti effettivi.

Perché succede questo? Questa anomalia si verifica perché il Regno Unito utilizza il sistema di voto pluralistico noto come “first-past-the-post”, che funziona in modo diverso dai vari sistemi di rappresentanza proporzionale utilizzati in molti altri paesi. 

Ci sono 650 collegi elettorali in Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord – i quattro paesi del Regno Unito. 

Gli elettori in ciascuna circoscrizione elettorale fanno una scelta da una lista di candidati e, dopo il conteggio dei voti, il candidato con più voti vince il seggio alla Camera dei Comuni. 

Se un partito ottiene un gran numero di seggi con piccoli margini, ciò si rifletterà in uno squilibrio tra i voti complessivi e i seggi complessivi vinti. In teoria, un partito potrebbe ottenere il 51% dei voti in ogni seggio, mentre un altro potrebbe ottenere il 49% in ogni seggio. 

Il primo partito riceverebbe però il 100% dei seggi. 

Il partito che raggiungerà i 326 seggi – uno in più della metà dei 650 totali – formerà un governo senza bisogno di una coalizione con altri partiti, indipendentemente dal rendimento degli altri partiti. Il partito con il secondo maggior numero di seggi forma l’opposizione ufficiale. 

Se nessun partito ottiene 326 seggi, il partito con il maggior numero di seggi può decidere di formare una coalizione con un altro partito.

 

Marco Benedetto

Ha fondato Blitz e lo ha diretto fino al 2018. Ha anche firmato oltre 200 articoli. Ora si è ritirato, come conviene all’età, ma ogni tanto non perde l’occasione per dire la sua.

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