Graziano Delrio, uno degli ispiratori delle stangate ai pensionati, dà l’impressione di parlare senza sapere di cosa parla. A proposito della Imu dice:
“Era più semplice far pagare una quota al 10% dei più abbienti. Ne avremmo ricavato 1,2-1,4 miliardi”.
Repubblica, che pubblica una intervista di Valentina Conte, traduce:
“Se il tributo fosse rimasto per i più ricchi tutto questo pasticcio si sarebbe evitato”.
Non dice quanto avrebbe fatto pagare a quel dieci per cento, ma l’impressione è che sarebbe stata una bella stangata.
Se si pensa che il Partito democratico, quello in cui milita Graziano Delrio, corrente Matteo Renzi, comincia anche a parlare di patrimoniale, come se già la Imu non fosse una patrimoniale, l’impressione che si ha è che questa gente ce la metta tutta per spingere elettori nelle braccia di Berlusconi e aiutarlo a risorgere.
Sembrano i cani che spingono le prede in bocca ai cacciatori: le prede sono gli elettori, il cacciatore è Berlusconi.
Successe nel 1997, ai tempi della Bicamerale guidata da Massimo D’Alema: Berlusconi era finito, si rialzò come imprenditore e come politico grazie all’aiuto della mutazione dell’epoca del Partito comunista.
C’era lo scandalo di Ruby e subito a sinistra cominciarono a parlare di patrimoniale.
Ora Berlusconi sembrerebbe finito, ma lo stesso Massimo D’Alema avverte di non illudersi. E arriva il soccorso rosso: stangate ai pensionati, patrimoniale, tax rate al 60 per cento.
Sarà solo coincidenza?