Di Maio padre meglio del figlio: ha creato lavoro, pur in nero, mentre Giggino…

 

Di Maio padre meglio del figlio: ha creato lavoro, pur in nero, mentre Giggino li ha distrutti. Nella foto: la famiglia Di Maio, in grande armonia attorno al tavolo imbadito
Di Maio padre meglio del figlio: ha creato lavoro, pur in nero, mentre Giggino li ha distrutti. Nella foto: la famiglia Di Maio, in grande armonia attorno al tavolo imbadito

ROMA – Dopo l’inchiesta de Le Iene che ha svelato l’esistenza di un lavoratore in nero nell’azienda del padre di Di Maio, è stato come il crollo di una diga. Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di annunci su altre presunte irregolarità, tuttora peraltro in via di accertamento: una seconda inchiesta de Le Iene ha rivelato altri tre lavoratori in nero e recentemente Di Maio padre ha dichiarato di avere tenuto i figli all’oscuro delle vicissitudini aziendali confermando l’affermazione del Ministro che ha sempre detto di essere all’oscuro di tutto. 

Scatta la reazione indignata di Maurizio Gasparri, senatore di FI: “Di Maio e i grillini, guardali qua gli accusatori di ieri che oggi si affannano a cercare giustificazioni”   

La Ardima Costruzioni era gestita dal padre del vice premier ma intestata alla madre, dipendente pubblica. Si spera sia stata autorizzata, così come deve essere per i dipendenti pubblici,

Le buste paga esibite da di Maio per i mesi in cui lavorò come muratore nell’azienda del padre, secondo il PD, che vuole portare la questione in Parlamento, mancherebbero degli estratti contributivi.  Sui terreni della Di Maio zia e del Di Maio padre, a Mariglianella, in provincia di Napoli, ci sarebbero dei presunti abusi edilizi. Oltre al verificarsi, negli ultimi giorni, di strani fatti, come la vicenda della stampa delle tessere per gli aventi diritto al reddito di cittadinanza che nessuno sta stampando, contrariamente da quanto affermato dallo stesso Di Maio

Inoltre Di Maio, come riporta l’Huffington Post che riprende la notizia dal Fatto Quotidiano, quando non era ancora ministro del Lavoro, ma pochi mesi prima di essere eletto alla Camera, avrebbe lavorato a nero dall’estate 2011 all’estate 2012  alla pizzeria “La Dalila” di Pomigliano d’Arco.

Le reazioni  sono state le più differenti. Sui media in genere sono piovute le accuse di delegittimazione da parte del Movimento 5 stelle, mentre il giornalista delle Iene Filippo Roma è stato minacciato di morte dopo l’inchiesta con Marco Occhipinti sul caso Di Maio.

I compagni di partito, come il vicepresidente della Camera Roberto Fico e Alessandro Di Battista ovviamente difendono Luigi Di Maio: le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, ma non solo, anche il papà di Di Battista difende il papà di Di Maio sulla questione del lavoro nero.

Non è d’accordo il senatore di FI Maurizio Gasparri:

“I grillini  hanno sempre fatto del moralismo esasperato la loro stessa base identitaria. E poi si sono trovati a turno, tutti quanti, in evidenti difficoltà. Prima accusatori, ora cercano giustificazioni”.

E ancora, a  proposito della vicenda della “baby sytter-amica” nella casa di Napoli dove vive il vicepresidente della Camera Roberto Fico e del concorso con cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è diventato professore ordinario nel 2002 :

“Fico ha scaricato su altri le vicende di una collaboratrice domestica pagata in nero che non era sua ma di altre persone. Conte si è arrampicato sugli specchi in materia di concorsi universitari, trovando sempre dei modi per autodifendersi”.

“Ora tocca a Di Maio. Assunto, pagato, non pagato, per alcuni mesi si e per alcuni mesi no. A parte che verrebbe da ridere perché il padre, sia pure in nero, dei posti di lavoro li aveva creati, facendo delle gravi violazioni, mentre il figlio i posti di lavoro li sta distruggendo”.

Conclude Gasparri: “Vogliamo denunciare l’ipocrisia di queste persone. Che hanno messo sotto accusa tutto e tutti. Intervenendo in ogni occasione, puntando l’indice accusatore verso chiunque. E poi, chi più chi meno, ha qualche magagna. Poi tutti hanno trovato, troveranno giustificazioni, pezze d’appoggio, persone che sono responsabili di vicende nelle quali propriamente o impropriamente sono stati chiamati in causa. Ma se la perfezione, come ben noto, non è di questo mondo, l’imperfezione grillina sta assumendo vertici ineguagliabili. Senza poi dimenticare la inadeguatezza che i vari Castelli, Toninelli, Bonafede, Di Maio stanno dimostrando ogni giorno, mandando a scatafascio l’Italia. In che mani siamo finiti!”

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