Don Gallo e il pesto alla marijuana

Pubblicato il 16 Luglio 2012 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA
Don Andrea Gallo (Foto LaPresse)

GENOVA – Che Don Andrea Gallo fosse un provocatore lo sapevamo bene, un prete particolare, schierato politicamente, sempre fuori dal coro, a volte sopra le righe. Ma questa volta ha superato veramente se stesso e tutte le aspettative del caso lanciando, si immagina provocatoriamente, una proposta shock: “Perché non aggiungiamo un po’ di marijuana al pesto genovese?”.

E’ venuto giù il cielo e tutti i ben pensanti sono rimasti a bocca aperta. Già un prete che anche solo parla di droghe (seppur leggere) e lo fa non per condannarle è un caso più unico che raro, e per taluni anche blasfemo. Ma Gallo ha fatto molto di più. E’ riuscito a sconvolgere cattolici e laici, bacchettoni e progressisti: ha parlato con favore all’apertura sull’uso delle droghe leggere e ha attaccato, a Genova, il simbolo indiscusso della città e di tutta la liguria: il pesto. Non c’è da stupirsi se tutti l’hanno guardato con uno sguardo che tradiva un solo pensiero: “Sacrielgio!”.

Non solo. Gallo in che occasione se n’è uscito con questa proposta? Proprio durante il campionato di pesto al mortaio svoltosi nei vicoli di Genova. Chissà quale reazione ha voluto suscitare, o che motivi c’erano dietro la sua provocazione…