Draghi a difesa dell’ euro, governi (Monti incluso) non “sagaci”

mario draghi
Mario Draghi avverte

Mario Draghi è un personaggio chiave del sistema Europa e la mossa di Berlusconi di mandarlo alla Bce per togliersi di torno un potenziale successore di peso e credibilità (e per poi farci finire nelle braccia di Mario Monti e dei suoi boy scout) si è rivelata una manna per il continente e in parte anche per il Governo Monti e po’ tutta l’ Italia.

Grande ammiratore di Draghi è sempre stato Eugenio Scalfari, che, in questa fase di revisionismo del suo originale entusiasmo filo Monti, trova ancor più ragioni per apprezzare il presidente della Banca centrale europea.

Nel suo editoriale della domenica sul Repubbblica del 10 febbraio Scalfari ha scritto che Draghi

“ha messo a fuoco una questione della massima importanza. Riguarda il tasso di cambio eurodollaro che ormai da molti mesi si è apprezzato a favore dell’euro toccando il suo massimo di 1,36 dollari per euro giovedì scorso. Ma il giorno dopo è intervenuto Draghi ricordando che

1. la Bce non può intervenire sul mercato dei cambi perché il suo statuto non lo prevede. La Bce ha due soli compiti: garantire la stabilità dei prezzi e assicurare al sistema bancario la necessaria liquidità.

2. L’apprezzamento dell’ euro nei confronti del dollaro è un fatto positivo in questa fase di crisi economicaperché è il segno che molti investitori acquistano euro dimostrando con ciò di avere fiducia nella moneta europea piuttosto che in altre valute.

3. Tuttavia un eccessivo apprezzamento dell’euro potrebbe abbassare il tasso di inflazione al di sotto dell’attuale livello del 2 per cento che è ritenuto ottimale per la stabilità dei prezzi. Se da questo livello si dovesse scendere nei prossimi mesi verso l’1 per cento, ci si avvierebbe verso una fase di deflazione con un mutamento negativo nella stabilità dei prezzi.

4. In questo caso, intervenire sul cambio estero rientrerebbe nei compiti statutari della Bce che è pronta a farvi fronte.

Risultato: dopo quell’intervento puramente verbale, venerdì il cambio è sceso all’1,33 rispetto al dollaro. Draghi ha confermato così la sua capacità tattica e strategica per salvaguardare il sistema dal punto di vista della politica monetaria, tenendo aperta la porta ai governi affinché prendano le necessarie decisioni per rilanciare l’economia reale.

Nota con amarezza Scalfari:

“Purtroppo alla sagacia di Draghi non fa riscontro una altrettanto viva sensibilità dei governi per l’interesse generale dell’Europa”.

Non fa eccezioni il Governo italiano guidato da Mario Monti.

 

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