E se Bruno Vespa avesse ragione? Il 31 agosto Vespa ha scritto sul Quotidiano Nazionale un articolo intitolato così: “Trattative Ue, l’Italia [e quindi Giorgia Meloni] esce a testa alta.I veri rapporti con Bruxelles”. Interessante rileggerlo alla luce delle ultime notizie dalla Unione Europea.
Non tutto sembra andare liscio per Raffaele Fitto, come sembrava in un primo momento. Ma questo non cambia l’effetto della linea seguida da Giorgia Meloni.
“Quando Ursula von der Leyen, comunicherà i nomi dei commissari e le deleghe rispettive, sapremo se Giorgia Meloni avrà vinto la sua battaglia europea, scrive Bruno Vespa. Fino a qualche giorno fa molti la davano perdente: da presidente del Consiglio si è astenuta sul nome del presidente della Commissione e da leader di FdI ha detto ai suoi di votare contro von der Leyen a Strasburgo.
Vespa avverte: la politica è cosa complessa
“Ma la politica è più complessa di come sembra. Formalmente la Meloni nel primo voto ha voluto mantenersi equidistante tra Tajani (favorevole) e Salvini (contrario) e nel secondo ha mantenuto una sua coerenza perché aveva sempre detto che non avrebbe votato insieme a socialisti e verdi. In realtà il dialogo tra ‘Giorgia’ e ‘Ursula’ non si mai interrotto e se soltanto ieri, ultimo giorno utile, il governo ha indicato il nome secco di Raffaele Fitto come commissario è perché soltanto da poco la Meloni ha raggiunto la convinzione che l’Italia avrebbe avuto un ruolo pari al suo peso. Fitto è apprezzato a Bruxelles più di quanto gli italiani non immaginino: per il suo equilibrio, la sua esperienza e la sua affidabilità.
Un eccellente rapporto
Von der Leyen voleva Fitto perché con cui ha un eccellente rapporto personale e politico. E se Meloni se ne priva nel governo è perché è sicura che l’Italia giocherà nella serie A della Commissione. Altrimenti avrebbe fatto un altro nome. “Voglio vedere l’Italia tra i paesi che guidano l’Unione”, ha detto Manfred Weber dopo il colloquio con la Meloni. Weber è il leader del Ppe e il fatto che si esprima così nei confronti di una nazione a guida conservatrice significa che i giochi a Bruxelles e a Strasburgo sono più complessi e variabili di quanto non si immagini.
Scommettiamo che su molti temi chiave i Popolari voteranno con i Conservatori e non con i Verdi? Se il gioco delle vice presidenze non penalizzerà l’Italia (non lo crediamo), se due deleghe chiave per l’Italia come la Coesione e il Pnrr andranno a Fitto, l’Italia uscirà dalla trattativa a testa più che alta.
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