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Elezioni Europee a botta calda. Saranno giorni di grandi parole

Elezioni Europee a botta calda. Saranno giorni di grandi parole dopo le elezioni europee che poi in prima apparenza cambiano poco.

L’allarme sulla avanzata della destra, mi pare esagerato, l’allarme non mi sembra giustificato dall’avanzata che ha portato Le Pen e nipote a prendere un terzo dei voti come peraltro Meloni in Italia.  Deve invece fare riflettere sul perché.

C’è un dato della Germania che deve farvi riflettere che il partito rosso rosso della sinistra Linke di Oskar Lafontaine di origine ugonotta e che era un grandissimo comunistone ha preso il 6% dei voti con un programma anti immigrati e anti stranieri che valeva quello dei fascisti.
Il problema non è l’ideologia. La gente normale anche durante il fascismo non erano fascisti. C’era un po’ di fascisti e poi la massa degli italiani che si diceva. Vediamo un po’ se mi fai stare bene, se mi fai stare bene e mi garantisci ordine e sicurezza perché dovrei lamentarmi? Fai la guerra, porti fame, morti, distruzione? È finita.

Ricordiamo che il Fascismo si sviluppò nel giro di 3 anni, dal 1919 al 1922, a colpi di manganello e olio di ricino, sull’onda di un pericolo rosso che occupava fabbriche, maltrattava i reduci della grande guerra e minaccciava di trasformare l’Italia in una succursale dell’Unione Sovietica.

Le cose oggi sembrano collocarsi in modo diverso. Non c’è più un monarca che pensa solo a salvare la dinastia dei Savoia Carignano, l’Italia non è più un Paese di analfabeti e contadini, soprattutto è inseritain un sistema di salvaguardia, Europa e alleanza sudditanza agli Usa, che costringono una nata e cresciuta nel mito di Mussolini, dell’autarchia e del corporativismo, come Giorgia Meloni, a ballare una ben diversa musica.
La Meloni è percepita meglio di come sta facendo però lavora meglio di quelli di prima.
La Schlein non è un fenomeno, non ha strappato voti alla destra, ha solo vinto la battaglia con Giuseppe Conte e con i 5 stelle, che hanno preso la metà dei voti di due anni fa.

Marco Benedetto

Ha fondato Blitz e lo ha diretto fino al 2018. Ha anche firmato oltre 200 articoli. Ora si è ritirato, come conviene all’età, ma ogni tanto non perde l’occasione per dire la sua.

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