Elsa Fornero mette in guardia Salvini. Calenda aggiunge che…

Elsa Fornero mette in guardia Salvini. Calenda aggiunge che...
Elsa Fornero mette in guardia Salvini. Calenda aggiunge che…

Elsa Fornero non ci sta a subire gli attacchi di Matteo Salvini alla sua riforma. Ricordiamo che tra i punti cardine del programma della Lega infatti c’è proprio l’abolizione della legge Fornero.

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L’ex ministro del governo Monti così oggi su Il Sole 24 Ore: “Senza le ultime riforme, non solo quella del 2011, la spesa pensionistica arriverebbe al 20% del Pil nel 2020, cioè domani”, avverte l’economista ed già ministro del Lavoro. A suo avviso, le valutazioni espresse, qualche giorno fa, dall’Fmi sulla sostenibilità del nostro sistema previdenziale nel lungo periodo “ci lanciano un avvertimento: attenti a non arretrare dall’assetto attuale, perché c’è una transizione demografica, oltre al debito pubblico, che non vi lasciano spazio”. L’Fmi sembra sollevare un problema di sostenibilità anche a politiche invariate.

“Nel 2014 – replica Fornero – mi hanno chiesto al Fondo proprio questo. Io ho risposto che la spesa è sostenibile se non si abbandona il contributivo, se si mantiene l’adeguamento automatico dei requisiti di pensionamento alla speranza di vita e se si utilizzano a fondo tutte le flessibilità soft possibili, aggiungo oggi, come quelle appena introdotte, dall’Ape sociale e volontaria alle flessibilità per i lavori usuranti o gravosi”. Le flessibilità in sperimentazione, come l’Ape, “vanno portate avanti e ben monitorate”, suggerisce. Inoltre, “rivendico la proposta di un contributo di solidarietà sulle pensioni retributive più elevate, oltre i 3.000-3.500 euro netti e solo per la parte di pensione che eccede i contributi versati, e non condivido la sentenza della Consulta che definisce interventi di questo tipo come prelievi fiscali. Io la vedrei come un’operazione di pacificazione nazionale”.

Le fa eco Carlo Calenda, neo iscritto PD che parla della possibile alleanza Salvini-Di Maio. Un governo basato sull’asse M5S-Lega è “plausibile. Se si guarda alla responsabilità finanziaria, le coalizioni sono chiare. La pensano in modo simile. Ma per evitare la procedura per deficit eccessivo, l’Italia in autunno deve fare una manovra per il 2019 con il deficit allo 0,9% del Pil”. Lo afferma il ministro uscente dello Sviluppo economico osservando, in una intervista al Corriere della Sera, che “per il populisti il tempo dei talk show è finito”.

“Qualcosa si può strappare” nella rinegoziazione, spiega, “ma non il 3% che, tra l’altro, neanche basterebbe per Flat Tax, Reddito di cittadinanza e abolizione della Fornero. E poi disinnescano anche gli aumenti Iva?”. Giusto che chi ha vinto le elezioni governi ma “basta che abbia chiari i rischi che ci fa correre. Chi governerà ha promesso misure che implicano una procedura europea contro l’Italia sui conti pubblici. Si vuole questo? O hanno cambiato idea? Gli italiani hanno diritto di saperlo”, ribadisce Calenda. Che avverte: “Fossi la Lega o M5s non mi aspetterei di ricavare qualcosa facendo sceneggiate a Bruxelles: chi non sta alle regole, si mette fuori dalla costruzione europea”.

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