Enrico Letta si sente Davide. Golia è Berlusconi o Beppe Grillo?

michelangelo davide
Davide secondo Michelangelo

Davide e Golia: ma chi sono? La domanda  rimbalza nei taxi, nei bar, nelle serate fra amici: è stata messa in circolo dalle parole di Enrico Letta, neo primo ministro, che, nel suo discorso per il voto di fiducia alla Camera, si è paragonato al piccolo Davide che, senza armi se non una fronda, buttò a terra il gigante Golia, alto due metri e mezzo e armato fino ai denti.

L’episodio di Golia risale a quando Davide era ancora bambino, tanto bambino che mentre i fratelli più grandi erano a combattere, lui veniva lasciato a custodire il gregge della famiglia. La famiglia era di Betlemme: Giuseppe, padre putativo di Gesù, discendeva da Davide. Davide era, racconta la Bibbia, “fulvo di capelli e di bell’aspetto”: il racconto è uno dei passi più belli e drammatici della letteratura mondiale.

Queste le parole di Enrico Letta:

“Ho pensato molto al personaggio biblico di Davide nella valle delle nostre paure davanti al Golia di sfide gigantesche. Dobbiamo spogliarci della spada e dell’armatura che ci appensantirebbero. Ci serve il coraggio di mettere da parte prudenza politica e la fiducia”.

Il riferimento è alla schermaglia verbale fra il gigante e il bambino prima dello scontro: Golia

“gridò a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche».

“Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d’Israele, che tu hai insultato. In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e staccherò la testa dal tuo corpo e getterò i cadaveri dell’esercito filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele.  Tutta questa moltitudine saprà che il Signore non salva per mezzo della spada o della lancia, perché il Signore è arbitro della lotta e vi metterà certo nelle nostre mani»”.

Al che

“Davide cacciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s’infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra. Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra e lo colpì e uccise, benché Davide non avesse spada. Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi con quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro eroe era morto e si diedero alla fuga”.

Davide, vissuto quasi tremila anni fa, è stato uno dei primi re di Israele e uno dei protagonisti della storia della Bibbia: guerriero, musicista, poeta. Luci e ombre nella sua vita: compose salmi, si macchiò dell’adulterio con Betsabea con quel che ne seguì (colpo di fulmine mentre lei faceva il bagno nuda e lui la vide dalla terrazza, marito mandato a combattere il più avanti possibile perché morisse), riscattato dalla nascita di Salomone, altro grande re di Israele.

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