La mezza verità di Enrico Letta:
”Nel nostro paese le tasse sono troppo alte perché non tutti le pagano”,
ha detto parlando a un pubblico un po’ partigiano, nella sede della Agenzia delle entrate.
Contribuendo a alimentare un mito un po’ esagerato, quello degli italiani evasori, come se negli altri Paesi del mondo fossero tutti lì in fila allo sportello per pagare in anticipo, come se i più grandi evasori non fossero americani o tedeschi.
Se Enrico Letta ha occasione di incontrare Bill Clinton, gli chieda un po’ di Marc Rich, da lui graziato al momento di lasciare la Casa Bianca, grande finanziatore del Partito democratico americano, ricercato dal Fisco per 48 milioni di dollari di tasse evase e 300 anni di galera da scontare.
Nel cielo, l’ottavo, dei paradisi fiscali, gli italiani ci fanno la parte dei pezzenti: qualche decina di miliardi su un monte di 32 trilioni.
Ma la mezza verità, o la mezza bugia, di Enrico Letta, non si riferisce solo al primato degli italiani evasori. Il suo è un errore culturale e di prospettiva storica ed è soprattutto un rifiuto della realtà.
Il fisco è stato sempre il tema centrale della politica, da che mondo è mondo. L’impero romano è caduto non sotto i colpi dei barbari ma l’oppressione del fisco: la gente preferiva vivere in miseria ma libera nei boschi piuttosto che dovere lavorare come cani per il fisco. La Magna Charta ha alla sua origine una disputa fiscale, come la Rivoluzione inglese del ‘600, quella americana e quella francese del ‘700. I francesi per essere chic l’hanno vestita di illuminismo e croissant, ma il punto dolente era che i borghesi pagavano le tasse e i nobili e i preti no. Rivolte fiscali hanno segnato il regno del Re Sole.
Partenio, un alto funzionario del fisco del re franco Teodeberto, a metà del sesto secolo, tale , fu lapidato dal popolo per “il peso troppo grave delle imposte” (Pirenne).
Giuseppe Prina, ministro delle Finanze del regno d’Italia di Napoleone, fu linciato dai milanesi nel 1814 per le troppe tasse.
Ignorare queste cose non è da primo ministro con prospettive di lungo corso.
Ma la metà della bugia di Letta riguarda un’altra cosa ancora: che le tasse non sono cresciute per l’evasione, semmai è l’evasione è cresciuta per le troppe tasse, parola della Corte dei conti, e le tasse sono obiettivamente troppe per l’eccesso di spese, che crescono sempre, con tutti i Governi, di tutti i colori. Con che gioia uno paga le tasse, quando scopre che nel solo 2012 i partiti si sono ingoiati due miliardi di euro e hanno reso conto di come li hanno spesi solo per un quarto?
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