Fabio Fazio e Parodi sisters flop: sarà il Pd a portar jella? Orfeo, che è di destra, gode e li difende

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Fabio Fazio e Parodi sisters flop sbugiardano il dg Orfeo: non sarà il Pd a portar jella?

ROMA – Fabio Fazio e Parodi sisters flop: non sarà il Pd a portar jella? Il dg Mario Orfeo, che è di destra, ha obbedito agli ordini del Partito e ora gode ma li difende. Delle due l’una: il multimilionario contratto accordato dalla Rai a Fabio Fazio, contratto che lo premierà comunque a prescindere dagli ascolti di Che tempo che fa, si giustifica con la qualità dei contenuti proposti o per il ritorno economico assicurato dalla capacità di generare audience sbaraglia-avversari?

Perché è ovvio che i 3 milioni e 762mila spettatori di domenica sera (erano 4milioni e 539 una settimana fa) per una percentuale di ascolto del 14,89% (18,24 domenica scorsa per non parlare del disastroso lunedì) sono numeri non degni di Rai1, soprattutto offensivi rispetto ai tanti (dal cda costretto a votare l’ok a Fazio fino al fronte trasversale dei critici) che consideravano la spesa folle e ingiustificata.

Mario Orfeo, il dg Rai, prima del responso dei telespettatori giurava su un Fazio re degli ascolti. Dopo aver letto i numeri ha cambiato registro: “L’abbraccio di Andrea Camilleri alla famiglia Regeni e l’intervista ai genitori di Giulio a Che Tempo Che Fa sono stati una pagina esemplare e straordinaria di Servizio Pubblico”, ha dichiarato.

Quindi, se capiamo bene, non sono gli ascolti a giustificare il contratto di Fazio, ma una linea editoriale precisa, opinabile come ogni scelta, magari figlia di una linea politica organica a un Pd in crisi di identità. E poi, suvvia, non si trattava di uno speciale sul caso Regeni, essendo i genitori ospiti, certo di sicuro rilievo mediatico, ma fra i tanti, per esempio con il Crozza che per strappare qualche risata è costretto a insultare i vegetariani. Capirai che coraggio, all’anima del Servizio Pubblico! A meno che la speranza di un Fazio re degli ascolti non fosse una specie di profezia che si auto-avvera tarocca, confezionata nell’Officina, la casa di produzione dell’anchor-man le cui mani si allungano fino a Mediaset tramite Magnolia (dentro c’è anche Vivendi).

“Spiace che, per difendere scelte che si stanno rivelando sbagliate, si faccia appello alla funzione del servizio pubblico e si tratti con superficialità la questione ascolti. Non entriamo nel merito dei contenuti. La trasmissione di Fazio non è il successo che si millanta”: come dar torto alle parole dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri e Anna Maria Bernini?

Nel diluvio di critiche, dai grillini all’Usigrai, dalle associazioni dei consumatori a Brunetta, manca ovviamente solo quella di Berlusconi, il quale avrà fatto caso con piacere anche ad altri numeri. Non c’è infatti solo il flop di Fazio: sono tutti gli attaccanti di Rai 1 a fare cilecca, a partire dalle sorelle Parodi, l’una moglie del sindaco Pd di Bergamo Giorgio Gori (ex Mediaset) l’altra del commentatore principe di Sky Caressa. 1,7 milioni di telespettatori hanno scelto la loro Domenica In, una miseria, specie se confrontata con la schiacciasassi Barbara D’Urso, stella di una Mediaset più che in difficoltà diciamo così strategica. Una tv del dolore, chiassosa, vipparola e corriva? Può essere, ma se parli di ascolti, di questo parli. Senza scomodare il povero Regeni.

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