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Generali tedeschi alla cyberguerra, riforma fra polemiche ma i generali non si toccano: metà che in Italia

Generali ai ferri corti col ministro della Difesa in Gernania, Boris Pistorius, per una riforma delle forze armate che dovrebberre rendere i tedeschi pronti a difendere la patria da un attacco del nemico di sempre, la Russia. E i vertici delle forze armate tedesche non sono gente con cui scherzare, non solo ai tempi del Kaiser ma anche ma anche ai nostri giorni, come ben sa  Ursula von der Leyen. Lei deve al fatto che i militari la volevano fare fuori il ripiego, si fa per dire, che trovò Angela Merkel in Europa.Del burrascoso rapporto fra il nuovo ministro della Difesa tedesco Pistorius e i generali si occupa il giornale Bild in due articoli. In uno è descritta la riforma dell’esercito, la Bundeswehr. Nella fu Wermacht, la struttura dirigente sarà costituita da un comando operativo centrale e da quattro rami delle forze armate.
Il ministro della Difesa vuole una Bundeswehr pronta per una guerra difensiva. Pistorius: “La situazione di minaccia in Europa è peggiorata. “Deve essere chiaro a tutti: stiamo difendendo il nostro Paese e i nostri alleati e chiariamo che a nessuno dovrebbe venire in mente l’idea di attaccarci come territorio della NATO”, ha detto Pistorius. “Dobbiamo trasmetterlo in modo credibile e veritiero e per fare questo la Bundeswehr deve essere organizzata secondo le linee menzionate. Ho dato alle forze armate sei mesi per adattarsi”.

GENERALI TEDESCHI E MINISTRO, RAPPORTO BURRASCOSO

Con la nuova struttura, oltre all’esercito, all’aeronautica e alla marina, anche la forza cibernetica e spaziale dell’informazione (CIR) verrà trasformata in un proprio ramo dell’esercito. È specializzato in guerra elettronica e operazioni informatiche, ricognizione e protezione delle infrastrutture elettroniche.
In un comando di supporto congiunto, Pistorius vuole riunire le competenze necessarie in tutti i settori. Ha nominato il servizio medico centrale, la logistica, la polizia militare, la difesa contro gli agenti di guerra nucleare, biologica e chimica (difesa NBC) e la cooperazione civile-militare (Cimic).
Tutti i rami delle forze armate dovrebbero avere accesso a queste capacità come richiesto. Il concetto non è nuovo ed è già stato messo in pratica con la base delle forze armate, che è un concetto macchinoso. Considerazioni precedenti, tuttavia, prevedevano che la polizia militare e la difesa dell’ABC dovessero essere subordinate all’esercito. Pistorius ora ha deciso di non farlo. Tuttavia, le forze di sicurezza nazionali sono assegnate all’esercito
L’obiettivo è anche quello di assegnare le responsabilità in modo più chiaro ed evitare strutture doppie. “Questo è ciò che conta in caso di emergenza – o meglio sarebbe dire: in caso di guerra, in caso di difesa. Questo è l’obiettivo che perseguiamo con questa riforma”, ha affermato. L’amministrazione militare “sarà ora orientata ad attuare il ripristino del servizio militare obbligatorio sulla base di questa decisione”.

GENERALI ALLA CYBERGUERRA

La Bundeswehr aveva in precedenza un comando operativo a Schwielowsee vicino a Potsdam per la pianificazione e il controllo di operazioni straniere, ad esempio in Africa occidentale o ora con la fregata “Hessen” nel Mar Rosso. Inoltre, a Berlino fu creato un comando territoriale per la difesa nazionale, nel quale fu sviluppato il piano operativo (“OPLAN”) per la difesa nazionale della Germania. Le due posizioni hanno compiti molto diversi, ma anche possibili sovrapposizioni. Ora devono essere uniti e entrambe le sedi mantenute.

Il secondo articolo descrive la reazione dei militari, il titolo è chiaro: “La riforma della Bundeswehr del ministro della Difesa Boris Pistorius causa molti problemi tra le truppe. L’esercito è davvero arrabbiato”. E spiega come, nell’annunciare la ristrutturazione, il ministro ha usato queste parole: “Il nostro obiettivo è convertire la Bundeswehr in modo che sia posizionata in modo ottimale in caso di guerra”.

A questo fine, in futuro gli ispettori saranno solo quattro, per esercito, marina, aeronautica e cyber. I servizi logistici e medici, la polizia militare, le forze di difesa della NBC per gli attacchi nucleari, biologici e chimici e le forze per la cooperazione civile-militare saranno riuniti in un grande comando di supporto. Un comando operativo sarà responsabile di tutti i soldati schierati, sia in patria che all’estero.

Ma la riforma non è andata giù all’ispettore dell’esercito, il generale a tre stelle Alfons Mais: E’ furioso per la nuova struttura, scrive su Bild Agelika Hellemann.

Mais aveva inizialmente chiesto che all’esercito fosse affidata anche la responsabilità dei servizi logistici e medici. Dopo che la proposta fu respinta, con l’aiuto dell’ispettore generale Carsten Breuer era riuscto a mettere sotto il suo comando almeno la polizia militare e le forze della NBC. Ma poi il ministro ha cambiato rotta. Per consolazione, all’esercito viene assegnata solo una piccola area di sicurezza nazionale.

Il ministro concede ora alla Bundeswehr sei mesi per convertirsi. Pistorius in realtà voleva anche una struttura gestionale più snella. Tuttavia, non ha osato toccare l’enorme numero di generali.
Pistorius ha dichiarato di voler snellire le strutture e condividere le responsabilità. Ma l’obiettivo non è la riduzione dei posti generali, spiega Pistorius. Anche perché a quanto pare nessuno lo sa.
Una cosa è certa, scrive Agelika Hellemann. il numero è impressionante. Nel 2020, c’erano 174 generali (esercito e aeronautica militare) e 28 ammiragli (marina) per una forza di 180.000 uomini. Per fare un confronto: nel 1992 prestarono servizio quasi 470.000 soldati, guidati da 193 generali.
In parole povere, commenta, la Bundeswehr ha risparmiato molto su soldati normali, carri armati, aerei da combattimento e navi, ma non sui boss.

I tedeschi si possono consolare pensando all’Italia, dove per 181 mila militari in servizio attivo ci sono 480 generali, uno ogni 378, in Gran Bretagna uno ogni 390, in America uno ogni 1.500.

Marco Benedetto

Ha fondato Blitz e lo ha diretto fino al 2018. Ha anche firmato oltre 200 articoli. Ora si è ritirato, come conviene all’età, ma ogni tanto non perde l’occasione per dire la sua.

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