Scorte sempre insieme ai politici: in ferie, in hotel. E noi paghiamo…

Renato Schifani, Giorgio Napolitano e Gianfranco Fini (Lapresse)

ROMA – In una querelle tra il presidente della Camera, Gianfranco Fini e il quotidiano “Libero”, scopriamo che la Polizia organizza i servizi di scorta per le alte cariche dello Stato facendo sì che seguano i propri “protetti” ovunque, anche in vacanza. Con tanto di albergo pagato a spese nostre.

La storia è questa: “Libero” ha accusato il presidente della Camera, che ha poi querelato il direttore Maurizio Belpietro, di essersi portato in vacanza a Orbetello nove uomini della scorta e di avergli pagato “con soldi nostri” l’albergo. Nella faccenda è intervenuto il Viminale, di fatto mettendo nero su bianco che Fini non c’entra nulla con questa decisione e che la scorta, con tutti i suoi spostamenti, viene gestita unicamente della Polizia.

Fini infatti, come poteva essere chiunque altro al suo posto, non c’entra nulla, ma la storia ci apre una finestra ancora più chiara e ampia su come vengono gestite le scorte, e su quanto possono venire a costare al sistema Italia.

Nel comunicato del Viminale sulla faccenda Fini-Libero, si legge: “Si precisa altresì che il dispositivo di tutela del Presidente della Camera è normativamente fissato al massimo livello di rischio che impone la necessità di assicurare la protezione della personalità in tutti gli spostamenti sul territorio nazionale. La gestione, l’organizzazione e l’esecuzione del relativo servizio non rientrano nelle competenze della Presidenza della Camera ma fanno capo all’Ispettorato di P.S. presso Montecitorio”.

Il tutto, sostiene Libero, alla “modica” cifra di 80mila euro per questo caso specifico. Ma, se scorte così sostanziose vengono mandate a seguire tutti i politici di rilievo ovunque, pagandogli alberghi e quant’altro, quanto ci vengono a costare tutti questi servizi, sicuramente sacrosanti?

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie