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Gli spregevoli. E l’over free speech di piazza e di tv

Spregevoli, così li definisce e chiama Ernesto Galli della Loggia. E più in basso, nella stessa prima pagina del Corriere della Sera, Aldo Grasso fa i nomi di alcuni cui Galli della Loggia si riferisce: Michele Santoro, Elena Basile, Moni Ovadia, Alessandro Orsini…

Tra i due testi, ancora quello di Federico Fubini che, pur senza far diretto riferimento alla categoria degli “spregevoli”, spiega e illustra come la predicazione e l’organizzazione dell’espellere e cancellare dal Medio Oriente di Israele e degli ebrei sia una sorta di ossessione compulsiva in cui la causa palestinese è stata immersa e affogata, fino a fare in modo che si mischiasse alla palingenesi terrorista, alla purificazione del mondo e all’ebbrezza genocida esibita, alla caccia all’ebreo per abbatterlo ed esibire come trofeo la preda abbattuta.

Hamas…palestinesi che sbagliano

Come una volta le Brigate Rosse, per non pochi a sinistra “compagni che sbagliano” sì di certo. Ma allora, al loro dispiegarsi, pur sempre compagni. Ad Hamas va meglio, giudizio ancor meno duro da parte di coloro che Galli della Loggia definisce gli spregevoli. Hamas gode della esimente generale dei sionismo che ruba terra e libertà palestinese. Se Hamas scanna, letteralmente, se lancia le sue unità sterminio di tutti gli ebrei e occidentali, una spiegazione/giustificazione c’é: l’oppressione israeliana.

L’abbattimento, l’umiliazione, la cacciata degli israeliani e della cultura impura occidentale dalla Palestina val bene il prezzo di un Isis palestinese, il fine supremamente buono non vale ogni mezzo, Hamas compreso? E se agli israeliani tocca qualche bambino decapitato o qualche razzia di umani…se la sono cercata. Occupando la Palestina, creando Israele, esistendo.

E’ questo il nocciolo duro di ciò che Galli della Loggia definisce “spregevole”. Di ciò che Paolo Mieli nota in occasione della ottantesima ricorrenza della razzia di ebrei a Roma: “Gli ebrei piacciono soprattutto quando sono morti ottanta anni fa”. Infatti aveva notato Aldo Cazzullo: “Impressionante la rapidità con cui sembra che nella discussione pubblica ci si sia scordati del 1.200 civili israeliani assassinati. Uccisi in quanto ebrei o amici degli ebrei”.

Scrive Galli della Loggia: “C’è un solo gruppo di persone più spregevole dei terroristi: sono quelli che qui in Occidente ne prendono più o meno apertamente le parti giustificandone di fatto le imprese sanguinarie. facendolo sempre più o meno nel solito modo: con il dire che sì, certo i mezzi adoperati dai terroristi non sono proprio i migliori ma come si fa a non considerare la situazione degli oppressi..?”. 

Sì, ma…Dove il sì è la forma e il ma è la sostanza

“Chi ha negato le stragi ucraine, Bucha e le altre, è pronto a negare anche Kfa Aza, a colpi di postille”. Aldo Grasso fa alcuni dei nomi di chi in tv perora e diffonde il Sì, ma…”la Russia ha invaso l’Ucraina ma…” “Hamas strage orribile ma di chi la colpa se esiste Hamas..?”. Il Sì è la forma, eterea, generica, giaculatoria e dissimulatoria. La sostanza e nel ma, anzi un in maiuscolo Ma.

Il Ma serve a truccare, mascariare, la realtà di una Russia che invade per cancellare l’Ucraina e di un movimento palestinese che con Hamas e non solo Hamas attacca e stermina per cancellare Israele. Il Ma serve a sorreggere postille e propagande e visioni del mondo con un primo e supremo comandamento: qualunque cosa sia nemica o killer dell’Occidente è cosa buona e giusta.

Una musica che si può sentire intonata e cantata anche in piazze e in tv. La musica del Ma che chiama la domanda sui suoi perché. Un perché è nella biografia intellettuale di alcuni cantori del Ma: fede e fortuna nell’unica nota conosciuta e cioè l’anti Potere e Sistema. Il Potere è sempre cattivo e malvagio, gli Usa sono Potere, la nato è Potere al cubo, quindi…Un grosso perché è quindi in una sorta di mono cultura e in una specie di asfissia concettuale. Un piccolo perché è nella vanità: si viene coccolati se si recita la parte dell’uomo morde cane. Coccolati da chi?

L’over free speach

Manifestare in piazza o parlare in tv a favore o a giustificazione di Hamas nel vituperato Occidente imperialista è lecito, legittimo, libero. Ed è irrinunciabile che così sia, irrinunciabile per le democrazie…imperialiste, nei regimi “popolari” o negli Stati teocratici il problema nemmeno si pone (nei paesi aderenti alla Nato si manifesta liberamente contro la Nato, non si ha notizia di manifestazioni pro Nato o anti Hamas in nessun paese arabo né in Russia risultano marce della pace).

Sì, free speach in Occidente a chi è contro l’Occidente e free speach per chi sta con Hamas e/o Hamas giustifica. Ma perché mai una manifestazione di centinaia di persone diventa nei notiziari di migliaia e quando sono migliaia diventano centomila, anzi un “popolo”? Perché in tv vige di fatto una par condicio di tempo e presenze, anzi una sorta di codardo ossequio verso gli “haters” delle democrazie liberali? Perché il free speach diventa over speech?

Sì, certo: il fascino e la resa in termini di audience del, come direbbe Verdone, “lo dimo strano“. Sì, certo: gli spregevoli di Galli della Loggia e i “postillatori” secondo Aldo Grasso non sono solo in tv o sui giornali, li trovi in collettivi studenteschi, in sindacati di base e confederali, al bar e in metro, in organizzazioni politiche…A margine e non tanto a margine: sinistra antagonista e neo fascismo dichiarato nei confronti di Israele lavorano divisi ma colpiscono insieme lo stesso obiettivo e così fanno con l’imperialismo statunitense e l’Occidente liberista. Chi fa comunicazione e informazione non può non vederli e raccontarli. Ma perché una soggezione di fatto contrabbandata come terzietà, se non equidistanza, tra parti? Perché qualcosa che ha il sapore della par condicio applicata al No Vax? Perché appena ieri l’abdicazione alla scienza e oggi all’etica?

Mandria umana infetta

Ultima nota per almeno alcuni di coloro che sfilano in piazza e corteo pro Gaza, Palestina e Hamas e contro Israele. Rischiano in molti casi di essere gli stessi, le stesse che hanno sfilato per le donne iraniane bastonate, carcerate, picchiate a morte se non si velano e se non si sottomettono al loro ruolo di umane di rango inferiore come da legislazione teocratica in Iran. In Iran e a Gaza. A Gaza per le donne stessi usi e costumi imposti come a Teheran e come dove poteva imponeva la polizia morale dell’Isis. Rischiano di essere gli stessi che oltre che a marce e manifestazioni vanno, se giovani, anche a concerti e party di massa. Qui, nell’Occidente imperialista, lo fanno liberi, in festa e al sicuro. Se gli capita invece di farlo dalle parti della “lotta per la Palestina” possono essere sterminati come mandria umana infetta. Sì, c’è qualcosa di spregevole nel nascondere, occultare, truccare, ignorare, non voler vedere.

Mino Fuccillo

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