Grillo attacca le pensioni e va contro la Costituzione

Pubblicato il 3 Marzo 2013 - 10:41 OLTRE 6 MESI FA
beppe grillo

Grillo: la demagogia prende la mano

Ha detto Beppe Grillo a un giornale tedesco:

“Ci sono due Italie: una è piena di pensionati con la pancia piena, che prendono ricche pensioni e nuotano in alto. L’altra è piena di gente prossima a sprofondare, che vuole che le cose cambino”.

La facile quanto falsa demagogia di Grillo dimostra che lui non è meglio di Mario Monti, quanto a pericolosità per il futuro dell’Italia: dimentica che di quei pensionati molti raccolgono il frutto di anni di lavoro e di contributi regolarmente pagati. Vuole forse fare un regalo alle assicurazioni? Se un dipendente avesse versato i contributi in una assicurazione come le Generali, oggi Grillo né ieri Monti gli avrebbero portato via i risparmi.

C’è solo da aspettare e sperare che prima o poi la Corte costituzionale non continui a girarsi dall’altra parte come ha fatto per vent’anni con Berlusconi, e si decida a dichiarare incostituzionale il contributo di solidarietà sulle pensioni imposto da Monti tra le prime mosse sbagliate del suo governo.

Per ora la Corte, quando ancora c’era al governo Berlusconi e i funzionari pubblici già stavano studiando come dare soddisfazione al partito dell’odio, si è limitata a dire che il contributo di solidarietà o è per tutti i pensionati o è per nessuno, ignorando però che per molti pensionati quelli non sono soldi dello Stato, ma soldi propri e quindi si tratta di una supertassa limitta a una categoria di cittadini.

Ma il quesito è stato di nuovo posto, da un giudice della Corte dei Conti. I giudici costituzionali un passo avanti lo hanno già fatto, non in risposta a questo quesito, ma a margine di un’altra questione posta dal Tar della Sicilia:

“ Il contributo […] ha natura certamente tributaria, in quanto costituisce un prelievo analogo a quello effettuato sul trattamento economico complessivo dei dipendenti pubblici, previsto dallo stesso comma 1 della parte dichiarata illegittima da questa Corte con la sentenza numero 223 del 2012 e la cui natura tributaria è stata espressamente riconosciuta dalla medesima sentenza.

“La norma impugnata, infatti, integra una decurtazione patrimoniale definitiva del trattamento pensionistico, con l’acquisizione al bilancio statale del relativo ammontare, che presenta tutti i requisiti richiesti dalla giurisprudenza di questa Corte per caratterizzare il prelievo come tributario”.

Come ha notato Luca Abbatelli sul sito pensioni.manageritalia.it,

“il parere dei Giudici di legittimità [è che]  l’imposizione sulle pensioni di importo superiore € 90.000 deve essere considerata alla stregua di una vera propria imposizione tributaria, e come tale illegittima”.