ROMA – Istat: Italia non compra più, è recessione. Ma la spesa delle famiglie cresce. I prezzi tendono inesorabilmente a calare, anzi i consumatori rinviano gli acquisti aspettandosi ulteriori ribassi. E’ il meccanismo della deflazione, che combinato con la crescita a valori negativi e con i mille inoccupati in più al giorno, porta l’Italia nelle sabbie mobili della recessione. Un quadro che a tinte più fosche non si può, quello dell’Istat, che fotografa il luglio del nostro scontento a vette di cupo pessimismo cui, come minimo, dovrebbe corrispondere nel mondo reale, a carri armati per le strade a reprimere rivolte spontanee, i pompieri a spegnere i fuochi della protesta ecc…
Non che la situazione sia rosea, o che gli annunci spericolati a botte di 100mila assunzioni non aumentino disagio a disagio. Però, i titoli che l’Istat fornisce a una informazione che supina raccoglie e rilancia, la fanno assomigliare a un organo di stampa di opposizione dura e pura, più che a un imparziale erogatore di dati e cifre. Per esempio, la notizia c’è ma non si vede, che le famiglie tornano timidamente a spendere:
La spesa delle famiglie in Italia torna a salire, seppure lievemente, segnando nel secondo trimestre del 2014 il primo rialzo tendenziale, con un +0,2%, dopo undici trimestri in negativo. Era infatti dal 2011 che non aumentava. Lo rileva l’Istat. (ANSA)
Ribadiamo le perplessità già citate su un uso strumentale dei dati da parte dell’Istat, si presume in funzione anti-Renzi, dell’economista Francesco Forte, a proposito proprio del termine roboante ma mica tanto pacifico (in termini di comprensione e utilizzo) di recessione:
Non riesco bene a capire bene come con la crescita della produzione industriale – dello 0.9% – ci sia poi questo declino del Pil aggiustato per le stagionalità chissà come. Poi questa dichiarazione che abbiamo la recessione tecnica: allora, può anche essere vero, ma è un problema statistico diverso […] Il primo semestre, ancorché in recessione, rispetto alla crescita dell’anno scorso ha guadagnato qualcosa. Quindi non è vero che abbiamo un -0,2% strutturale acquisito quest’anno, bensì un -0,2% congiunturale acquisito. Io vedo dunque che nel primo semestre abbiamo ottenuto un +0,1-0,2%. L’Istat sta barando perché sta per cambiare finalmente – e guarda caso lo fa a partire dal secondo semestre – il sistema dei conti, adeguandosi a quello europei.