Che lo ius scholae fosse un pretesto superfluo e inutile lo conferma una notizia nascosta fra le tante: nei primi nove mesi del 2024 nella sola Piacenza ben 802 stranieri sono diventati cittadini italiani. C’è già un percorso previsto dalla legge italiana e pare funzioni, senza bisogno di altre invenzioni. Il giornale di Piacenza La Libertà lo conferma.
Lo ius scholae, di più, eliminerebbe i requisiti previsti dalla legge vigente: ogni clandestino, dopo avere frequentato un corso che mi immagino quanto severo, tenuto chissà magari da una coop o dalla Charitas, ne avrebbe diritto.
Non mi pare un colpo di genio. Ma credo che la Camera abbia già bocciato la proposta di legge.
Il momentaneo schieramento di Forza Italia, partito della maggioranza di governo, a favore dello ius scholae non c’entra niente col buonsenso, rientra nei giochi politici fra eredi Berlusconi e Meloni.
Se i politici vogliono fare una cosa giusta, basta che decretino lo ius soli, come in America: nasci in Italia, sei italiano.
Che l’attuale situazione sia ingiusta posso dire di averlo vissuto in diretta. Vive in casa mia un ormai ventenne ragazzo figlio di genitori stranieri che vivono con me e lavorano per me.
Non parla altra lingua se non l’italiano, ha fatto tutte le scuole a Roma ma per diventare italiano è stato necessario che la madre passasse l’esame, non credo molto arduo, di cittadinanza
Non mi risulta che la proposta sullo ius scholae prendesse in considerazione questa fattispecie.
E veniamo all’articolo di Simona Segalini sulla Libertà di Piacenza.
Il titolo è: Cittadinanza, sono 802 i nuovi piacentini. “Un sogno che batte nel cuore”.
Prosegue così:
“E’ un sogno che batte nel cuore e scorre nelle vene di questa terra che ora posso
chiamare mia”. L’ha scritto su Facebook, dopo che, l’11 settembre scorso, in Comune, ha pronunciato le parole del giuramento alla Costituzione, in occasione della consegna della cittadinanza italiana. E’ una degli 802 “stranieri” che a Piacenza hanno acquistato la cittadinanza italiana dal primo gennaio 2024. Per lei hanno contato gli anni di residenza ininterrotta, ed è diventata italiana per naturalizzazione.
Hasnaa Bouyij, 25 anni, in Italia dall’età di 9 anni, è un fiore d’acciaio. Per diventare italiana ci ha messo forza, grinta, caparbio impegno.
Ha imparato l’italiano qui, quando arrivò da bambina, grazie all’aiuto dei compagni. Qui, nella città seconda in Italia per presenza di alunni con background migratorio, dove l’integrazione sui banchi è progetto costante, quotidiano, spesso vincente. E’ la prima della sua famiglia a ricevere la cittadinanza.
E allora?
Sole24 Ore