Da Cronaca Oggi, notizie da Italia e mondo scelte da Marco Benedetto
Lo ius soli è una cosa giusta, e giustamente lo hanno ritirato. Lo ius soli spaventa la gente nel clima che si è creato per la incapacità della nostra classe politica e amministrativa.
Chi nasce in Italia è italiano, parla la nostra lingua, anche i nostri dialetti. Fa impressione a Milano un nero che parla con l’accento lombardo, o a Genova, o a Roma. Probabilmente ignorano la lingua del loro Paese di origine eppure non sono italiani.
La pancia degli italiani non ce li vuole. Il popolo ha un sesto senso. Ma è ingiusto. La colpa però non è degli italiani, che sempre, nella storia, in pace come in guerra, si sono rivelati meglio dei loro governanti. La colpa, ancora una volta, è dei governanti, eletti o di mestiere, imbrigliati da calcoli di soldi o di voti.
Marco Minniti, ministro dell’ Interno, dopo avere fatto la faccia feroce, ha spiazzato tutti: i profughi saranno accolti non più e non solo nei porti del Sud ma anche nel Tirreno del Nord. Geniale.
I trafficanti, che sono criminali e quindi un po’ più furbi, hanno sommato l’imminenza dello ius soli con la incapacità italiana di fermare il flusso di clandestini e hanno aumentato le quote rosa, il numero di donne incinte che fanno il viaggio è cresciuto, tutte donne che sperano di dare ai loro figli un futuro migliore.
Finiamola con la ipocrisia dei poveri che fuggono dalle guerre. Sembra una litania, una formula rituale. Negli anni, di rifugiati in fuga da guerre e carestie ne abbiamo visto parecchi, in persona e in foto. Questi sono in prevalenza giovanotti robusti e ben nutriti, lo sguardo acceso e svelto. Questa è gente che sogna di stare meglio, come sognavano i nostri che da tutte le regioni del Sud e del Nord sono emigrati in America negli ultimi 200 anni. È più che legittimo, ma ogni diritto trova un limite nei diritti altrui, ogni interesse, anche se legittimo, trova un limite negli interessi altrui.
E dalle guerre fuggono non solo i neri ma anche i bianchi dell’ est Europa. C’è una guerra in corso, nella Ucraina orientale, a due ore di aereo dall’Italia. Ci sono morti e feriti ogni giorno. Aveva chiesto asilo politico la poveretta imprigionata nelle porte della metro di Roma mentre il macchinista faceva merenda.
Il flusso va controllato non con le avemarie dei preti o della Boldrini, ma con uno strumento legale che bilanci il loro giusto interesse a una vita migliore e i nostri interessi. I nostri interessi sono confliggenti: abbiamo bisogno di gente per far marciare la nostra economia, dobbiamo regolare il flusso di quella gente per non farci sommergere.
Si dovrebbero prendere decisioni con un po’ di sangue freddo e equilibrio. Invece siamo sopraffatti dalla illegalità e dalla ipocrisia. Non può che prevalere il calcolo elettorale.
La motivazione con cui Paolo Gentiloni ha bloccato la legge, al telefono con Renzi, è da 8 settembre. Almeno è onesta. Meno onesti sono quelli che se la prendono con Renzi, come se assumere posizioni che anche la Lega assume fosse peccato mortale. L’attacco di Sergio Chiamparino a Renzi è un esempio. Che poi Renzi sia un insopportabile superficialone e viva di slogan e di tweet, quasi alla giornata, nulla aggiunge o toglie al dato essenziale.
L’ Italia non deve fare la faccia feroce, deve agire. Non ha il coraggio di agire direttamente? Convinca i Governo libico di Sarraj (e anche i ribelli) a fare loro lo sporco lavoro. Gli strumenti di persuasione non li possiamo vedere ma ci sono.
In Africa sono un miliardo e 200 milioni. Raddoppieranno in 30 anni. Anche se il Papa decidesse di ospitarli trasformando i suoi giardini in tendopoli, o la Boldrini rinunciasse ai suoi ricchi stipendio e pensioni, la povera Italia sarebbe travolta.
Ma non illudiamoci, non siamo brava gente. Guardate qua…
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