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Laura Boldrini e Daniela Santanché: politica, subbuglio per due donne

di Marco Benedetto |7 Luglio 2013 11:13

Daniela Santanché ormai un caso politico

Laura Boldrini, presidentessa della Camera, è vittima di “forzature polemiche” e non del suo errore iniziale di ricevere una delegazione della Fiom in corteo, meritevole anche di avere bloccato Roma per qualche ora, esprimendo solidarietà.

Il fatto che Daniela Santanché non sia ancora vice presidentessa della Camera è

“un gravissimo problema istituzionale”.

Vista da sinistra, dal centro e da destra, la cronaca di Carmelo Lopapa su Repubblica è esemplare per chi voglia ricostruire il percorso di come le parole e anche i fatti possano essere deformati dalla polemica.

Siamo lontani sette secoli da quando Dante scriveva:

“Tre donne intorno al cor mi son venute”.

Oggi sono solo due, ma la faziosità che Dante piangeva e pativa allora non sembra venuta meno.

Carmelo Lopapa fa pura cronaca e non si schiera: individua nella strategia e nella regia di Berlusconi la crescita della tensione politica, che sta trascinando la maggioranza in un “vietnam parlamentare”.

Commette un solo errore, quello di non riconoscere che i due eroi, vittime secondo il titolo del suo articolo, “Pdl all’assalto di Boldrini e Grasso”, se la sono anche un po’ cercata per grossolani errori di comportamento; diverso è il caso del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, il migliore da parecchio tempo per equilibrio e competenza, lui sì attaccato a freddo mentre cerca di destreggiarsi tra le devastanti pretese demagogico – peroniste di Berlusconi e i vincoli e le macerie lasciategli dai suoi predecessori Mario Monti e Vittorio Grilli. Saccomanni è

“tenuto ormai sotto attacco quotidiano”.

Laura Boldrini, presidentessa della Camera e Pietro Grasso presidente del Senato, sono stati attaccati da Renato Brunetta del Pdl:

“Le presidenze delle due Camere rischiano di vanificare il cammino che la grande coalizione di Letta e Alfano sta intraprendendo. Non abbiamo certo bisogno di massimi rappresentanti delle istituzioni che lavorino per disegni organici a minoranze estremiste”.

Subito hanno fatto eco a Brunetta anche Formigoni, Gelmini, Cicchitto, Bernini, Ronzulli e altri del suo partito.

Qui Lopapa si sbilancia un po’ pro Boldrini, arrivando a dire che la poverina è vittima di un attacco

“a freddo perché prende spunto dal rifiuto opposto dalla presidentessa all’invito dell’Ad Fiat Marchionne a visitare lo stabilimento in Val di Sangro”

e dimenticando invece tutto l’antefatto e le reazioni indignate di molti nello stesso Pd e anche il distacco manifestato dalla Fiom stessa.

Anche per Pietro Grasso Carmelo Lopapa è fattuale ma di corta memoria:

“Viene additato per l’intervista di una settimana fa a Repubblica in cui, è il capo di accusa mosso da Brunetta, aveva «preconizzato una nuova maggioranza sostenuta dai grillini”.

Così, tanto per dire. Che sia più facile orientarsi tra le cosche mafiose che non districarsi nella giungla della politica Grasso lo aveva già dimostrato pochi giorni prima, al punto che Luigi Zanda, presidente dei senatori del Pd, si era sentito in dovere di tenergli un mano sulla testa e raccomandare ai colleghi che Pietro Grasso non andava preso troppo sul serio.

Se non altro Pietro Grasso però ha capito che non conviene ingarellarsi quando hai torto e non ha ritenuto replicare a Brunetta.

La Boldrini invece ha un acuto senso per la comunicazione, fin da quando era una semplice funzionaria  dell’Onu, addetta stampa di un distaccamento. Così ha indotto il suo portavoce, Roberto Natale, giornalista e sindacalista di esperienza (ma deve essere dura resistere all’ira femminile) a replicare,

“sottolineando come non vi sia stato nessuno «schiaffo» o «sgarbo » a Marchionne. Semmai è l’ad Fiat che ha invitato la presidente della Camera a soli dieci giorni dall’evento”.

Ecco come si gira la frittata:

“Solo forzature polemiche possono leggere come scelta di parte, e non istituzionale, l’appello rivolto al mondo sindacale e a quello imprenditoriale, nella lettera di risposta della Boldrini a Marchionne”.

Completano il resoconto sul  fronte Boldrini gli interventi del capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza, che un po’ banalmente definisce quelle di Brunetta

“parole in libertà, del tutto ingiustificate”

e Nichi Vendola, che coglie nel segno, anche se solo per la parte riferita al Pdl:

“Gli italiani sono orgogliosi di essere rappresentati da Grasso e Boldrini [e qui c’è da discutere] invece si vergognano quando sono rappresentati da corrotti, evasori e amici di mafiosi”.

Ma intanto che si fa con la Santanché?

Riferisce Carmelo Lopapa che

“l’ordine di Berlusconi è perentorio: «Tenere alto il livello di tensione nella maggioranza». Berlusconi promette pieno sostegno al governo Letta, ma ministri e capigruppo Pdl su suo mandato stanno trascinando ormai la maggioranza in un vietnam parlamentare. Sarà così fino alla ripresa d’autunno, quando col decollo dell’operazione Forza Italia gli equilibri di governo potrebbero farsi ancora più precari.

“Il rinvio dell’elezione di Daniela Santanchè alla vicepresidenza della Camera «non è un problema politico, ma un gravissimo problema istituzionale» avverte il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi riaprendo il caso del veto Pd”.

Si annuncia burrasca:

“Il Pdl già da domani chiederà che l’elezione venga inserita subito in calendario a Montecitorio, altro che rinvio a settembre”.

 

 

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