Le cambiali di Matteo Renzi. Taglierò, come pagherò. Promesse e parole…

Matteo Renzi
Matteo Renzi

ROMA – Ce la farà Matteo Renzi a tagliare le Prefetture, i permessi sindacali, i doppi incarichi dei magistrati amministrativi, i doppioni fra le sette forze di polizia in Italia?

Non sarà una impresa facile e l’analisi di Luca Cifoni sul Messaggero di Roma non autorizza molto ottimismo.

Cominciamo dalle Prefetture. Scegliere quelle da tagliare, nota Luca Cifoni, “non sarà facile, come dimostrano il recente riordino dei tribunali e degli uffici giudiziari, e lo stesso tentativo del governo Monti di ridurre il numero delle Province. Ugualmente delicata sarà la partita dell’accorpamento delle Sovrintendenze – che dovrebbe avere come conseguenza anche una gestione manageriale dei musei – e quella del riassetto di altri uffici come le Ragionerie provinciali dello Stato”.

L’elenco prosegue:

Il prospettato dimezzamento dei permessi sindacali nella pubblica amministrazione ha già scatenato le reazioni negative degli interessati a partire dalla Cgil: tanto più nell’ambito di un iter di riforma che non prevede la tradizionale concertazione ed anzi tende a scavalcare i sindacati attraverso la consultazione diretta dei dipendenti.
Un altro campo minato è quello relativo a polizia e forze dell’ordine. Il presidente del Consiglio ha alluso alla possibilità di razionalizzare la loro presenza nelle città (in concreto vorrebbe dire ad esempio evitare doppioni tra Polizia e Carabinieri) ma già imporre ai sette corpi esistenti un’unica centrale acquisti è un obiettivo non così scontato, visto che lo scorso autunno in Parlamento fu fatto saltare il semplice obbligo di usare lo stesso service per la preparazione delle buste paga.
Anche l’annunciato proposito di imporre vincoli ai magistrati amministrativi ed alla loro possibilità di cumulare incarichi riecheggia tentativi già avviati in passati ma poi sempre naufragati. E per quanto possa sembrare un aspetto tutto sommato minore, si prospetta come una battaglia campale pure l’unificazione di Aci, pubblico registro automobilistico e Motorizzazione Civile: basta ricordare che la cancellazione del Pra era stata inserita nel 2007 in una delle «lenzuolate» dell’allora ministro Bersani, ma poi era stata oggetto di un tiro al bersaglio trasversale durante l’iter alle Camere. Il risultato finale fu la cancellazione della norma, con le varie forze politiche che si contendevano il merito di aver sventato un attacco ai posti di lavoro degli interessati.

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