Scrive Libero, che non sembra avere in grande simpatia l’ex ministro della salute Livia Turco, che
“la trombata Turco trova una poltrona”.
La storia non ha niente di speciale. Rientra nella logica dei partiti di recuperare dall’oscurità e collocare in posizioni in cui un partito abbia da scegliere un candidato il fatto che molti ex, terminato il cursus honorum nella grande politica di Parlamento e Governo, vengano ricollocati. appare più che naturale, specie quando il politico in declino ha dedicato alla politica e al partito tutta la sua vita.
Gli slogan tipo tutti a casa, facce nuove, cambiare cambiare valgono come parole d’ordine ma non portano lontano: la lealtà è la premessa della solidarietà e è il cemento che tiene assieme pezzi di classe dirigente come qualsiasi altro piccolo o grande raggruppamento, anche nella bocciofila.
Si deve diffidare di chi non è loyal con i suoi vecchi.
Semmai nel caso di Livia Turco c’è un’ombra di ironia perché il consiglio di indirizzo dello Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), di cui i contribuenti italiani non sembrano peraltro avvertire il bisogno in modo acuto di questi tempi, è presieduto dalla stessa Livia Turco: l’Istituto fu voluto sempre da Livia Turco nel 2007 quando era ministro della Salute del Governo Prodi.
Che sia sopravvissuto alla scure di Mario Monti e dei suoi tagliatori è una conferma, se serviva, del bluff del suo Governo.
Libero spiega che il nuovo regolamento sul funzionamento e l’organizzazione dell’Istituto entrerà in vigore il 7 giugno. L’istituto è dotato di fondi pari, a partire dal 2013, a 10 milioni di euro all’anno. Sono chiaramente troppo pochi per qualsiasi aiuto ai migranti ammesso che i contribuenti lo accettino. Ma sono il chiaro indice di un nuovo ente inutile: cosa se ne fanno i migranti di un Istituto che promuova la loro salute? Compreranno un po’ di aspirine? Faranno campagne promozionali?
Con dieci milioni non si fanno grandi cose concrete per masse di uomini in movimento su un terzo del pianeta.
Ci si fa qualcosa per assumere un po’ di impiegati, un addetto stampa, un autista, finanziare qualche viaggio ad appositi quanto inutili convegni.
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