Marò, “Monti ci metta la faccia”, come quando li andò a prendere a Fiumicino

ROMA – Marò, “Monti ci metta la faccia”. Li accompagni lui all’aeroporto per il ritorno alle galere indiane. Un “graffio” di Libero ricorda quelle foto del premier con i due marò, in piena campagna elettorale. Non c’era all’aeroporto di Ciampino per la prima “tregua” dalla prigionia, c’era invece a Fiumicino per il secondo permesso accordato dalle autorità indiane, un mese in Italia per esercitare il diritto di voto. Ora, lo rivelano i vari retroscena sulla vicenda, il Governo a fatica riesce a non scaricare tutta la colpa sul ministro degli Esteri Terzi, colpevole di non aver coinvolto Palazzo Chigi e Quirinale su una decisione delicatissima come quella di trattenere in Italia i due militari venendo meno alla parola data.

E’ questo uno degli errori più gravi nella lunga catena di topiche assortite, a partire dall’infausta scelta di attraccare in un porto indiano invece che restare in acque internazionali. Le responsabilità dirette verranno accertate,  ma è un fatto che il Governo guidato da Monti, non ha prima fatto nulla per un anno, poi in piena campagna elettorale Monti si è premurato di capitalizzare la fetta di consensi legata al ritorno dei due marò, quindi ha partecipato al pasticcio finale da cui non può sentirsi estraneo, riguardando la vicenda i nostri rapporti con l’India, un gigante commerciale e un alleato strategico, e l’onorabilità della nostra diplomazia sorpresa a concedere e a ritirare la parola data con troppa disinvoltura.

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