Matteo Renzi, annunci e rinvii. Un “pifferaio magico” per Il Fatto Quotidiano

Matteo Renzi, annunci e rinvii. Un "pifferaio magico" per Il Fatto Quotidiano
Matteo Renzi, annunci e rinvii. Un “pifferaio magico” per Il Fatto Quotidiano

ROMA – Matteo Renzi, annunci e rinvii. Un “pifferaio magico” per Il Fatto Quotidiano. Giornata piena per il presidente del Consiglio quella di martedì 30 aprile. Piena di annunci smorzati, però, da parecchie frenate sugli annunci precedenti. E’ la fatica di governare e fare campagna elettorale allo stesso tempo: per cui, alle strette, minacciare è meglio che persuadere. Un “pifferaio magico”, secondo Wanda Marra de Il Fatto Quotidiano, che tenta un bilancio di una giornata tipo di Matteo Renzi.

Prendiamo la giornata di ieri, quando minaccia per due volte le dimissioni, una di mattina a Palazzo Madama, e una di sera in tv (“Io non ci sto a tutti i costi. Io ci sto se posso cambiare le cose. Se vogliono qualcuno che le cose le abbuia prendano un altro”) e nello studio di Bruno Vespa utilizza una formula rivelatrice, a proposito della Pa: “Noi raccontiamo le riforme”. Prima parte della mattinata al gruppo del Pd, dove Renzi va a proporre una mediazione sul Senato, con una soluzione sull’eleggibilità che però ancora non c’è (ipotesi di lavoro: lasciare alle Regioni la facoltà di individuare il metodo per l’elezione dei consiglieri regionali che andranno a comporre il futuro Senato). (Wanda Marra, Il Fatto Quotidiano)

Risultato? Promesse e rinvii. Slitta la scadenza per l’approvazione in prima lettura della riforma del Senato, la dead line adesso è il 10 giugno, dopo le europee, con i partiti meno preoccupati di farsi notare. Slitta a dopo le europee l’abolizione delle tariffe postali agevolate per i candidati politici. Slitta il decreto sulla riforma della Pubblica Amministrazione: anche di tagli agli organici e agli stipendi è meglio riparlarne dopo il voto. Nel consiglio dei ministri di oggi, fissato proprio per stabilire la dieta dimagrante dello Stato si stabiliranno al massimo, parole sue, “le linee guida”. E’ più facile rottamare che governare, la morale.

Anticipazioni: “dirigenti a tempo determinato”, “premi di produzione variabili”, criteri per “beccare quelli furbi”, “lavorare sull’età media” che è troppo alta. Poi, in programma c’è la riduzione degli stipendi degli statali, a partire da chi guadagna più di 90mila euro. Misure del genere si possono fare a tre settimane e mezzo dal voto, con tutte le categorie coinvolte (magistrati, medici, diplomatici, militari, ministeriali) pronte alla ribellione almeno nell’urna? Lui lo sa: “La cosa più difficile che possiamo fare è cambiare la pubblica amministrazione e lì non ci basta nemmeno la Nasa, forse i Marines”.  (Wanda Marra, Il Fatto Quotidiano)

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