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Meloni, difficile partita contro i perdenti Scholz e Macron: è l’Italia in gioco, non Giorgia

Meloni alla prova del post elezioni in Europa, sta giocando una partita delicata e difficile, tra il veto dei socialisti tedeschi e di Macron e la sirena di una grande destra che includa Le Pen. Nella cena dell’altra sera ha praticamente fatto saltare il tavolo, rinviando ogni decisione sui vertici dell’Europa al 28 giugno, proprio a ridosso delle elezioni politiche in Francia (30 giugno e 7 luglio). 

Finora Giorgia Meloni è stata molto abile nel giocare le sue carte, per garantirsi la fiducia del presidente americano Biden, e per entrare nel cuore di Ursula von der Leyen come suo possibile sostegno.

Olaf Scholz, leader dei socialdemocratici tedeschi fa il duro, chiude alla Meloni e apre ai Verdi. Ma SD e Verdi sono usciti sconfitti dalle urne del 6 giugno e giustamente Meloni invoca il responso del voto europeo come metro di giudizio.

Di destra o di sinistra che uno sia, non dobbiamo dimenticare che l’Europa finora ci è stata matrigna. Il gioco lo hanno fatto, da sempre, francesi e tedeschi, con prevalenza della Francia che domina la burocrazia di Bruxelles. Una conferma è data dallo sblocco della fusione fra Ita (ex Alitalia) e Lufthsnsa, bloccata per mesi perché Air France non la voleva. Sarà un caso, ma il giorno dopo il risultato elettorale, col relativo rafforzamento della posizione italiana in europa in conseguenza del possibile sostegno di Meloni a von der Leyer, l’antitrust europeo ha dato via libera alle nozze.

Quello che vogliono fare Scholz e Macron, due perdenti, è di blindare l’asse franco-tedesco, magari imbarcando i Verdi, altri perdenti. 

Solo questo dovrebbe bastare a farci capire l’importanza del ruolo che Giorgia Meloni può giocare a Bruxelles. Certo, se si butta nelle braccia della Le Pen perde peso lei e lo perde l’Italia. Le regole della politica sono identiche da sempre e in tutto il mondo.

Per questo dico che il gioco è difficile più di una partita a poker in un film di Paul Newman. E credo che tutti in questo momento dobbiamo tifare per Giorgia. I conti in Italia li regoliamo un’altra volta, il premierato sarà l’occasione.

 

 

Marco Benedetto

Ha fondato Blitz e lo ha diretto fino al 2018. Ha anche firmato oltre 200 articoli. Ora si è ritirato, come conviene all’età, ma ogni tanto non perde l’occasione per dire la sua.

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