Monti agevola il rientro dei “cervelli in fuga”: ma chi vorrà tornare?

ROMA – Il governo Monti ha messo a punto un piano per il “rimpatrio di cervelli”: ma adesso che, ancora di più, l’Italia è il Paese con la pressione fiscale più alta d’Europa, chi vorrà tornare?

Molti “cervelli” sono fuggiti dall’Italia a malincuore perché all’estero hanno trovato quelle opportunità che da noi gli veniva precluse. Ora Monti e compagni tecnici pensano di risolvere l’annoso problema dando a chi torna in Italia degli incentivi. Il piano è questo: avranno diritto agli incentivi i cittadini dell’Ue nati dopo il 1° gennaio 1969, che sono assunti o decidano di avviare un’attività d’impresa o di lavoro autonomo in Italia trasferendovi il proprio domicilio, nonché la propria residenza entro 3 mesi dall’assunzione o dall’avvio dell’attività. L’attività in Italia è agevolata anche se «slegata» da quella estera. La circolare, infatti, spiega che la mansione svolta nel nostro Paese trova l’agevolazione anche se non è attinente all’attività di studio o lavoro svolta all’estero.

La domanda è: ma chi vorrà venire, o tornare, nel nostro Paese per avviare un’azienda se le opportunità di lavoro sono sempre le stesse, se non peggiorate, e la pressione fiscale aumentata? Il governo crede nei miracoli?

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