Una pensione per le mamme è l’ultima trovata del super venditore di sogni Silvio Berlusconi. O forse è il caso di parlare di vera e propria bufala? Come la vedono i sacerdoti del giornalismo serio? Si tratta di bufala, di fake news o di semplice promessa elettorale, sparata con la consapevolezza che di una sesquipedale palla si tratta, nella consapevolezza che così fan tutti (i partiti)?
Le battute finali della campagna elettorale hanno portato la sua creatività a livelli mai visti per anni e quella della pensione per le mamme è indubbiamente un colpo di genio.
Il coniglio della pensione alle mamme Berlusconi l’ha estratto dal suo cappello di prestigiatore giovedì 22 febbraio, quando ha partecipato ad un incontro elettorale con i costruttori di Ance a Roma. Il video è di una comicità irresistibile. Berlusconi ha la espressione del gatto che ha mangiato il topo. È la stessa espressione che esibiva quando presentava il ddl sulla prostituzione minorile, quella legge che poi lo avrebbe portato sulla soglia del carcere. Guardate qua e fatevi una risata.
Questa volta Berlusconi ha detto:
“Mentre stavamo pensando alle persone a cui aumentare le pensioni è venuto fuori il caso di quei soggetti che lavorano più di tutti, che lavorano la sera, a volte anche di notte, il sabato, la domenica, d’estate e non vengono mai pagate. Sono le nostre mamme”.
Sembra un pezzo del Festival di Sanremo del 1950:
“Abbiamo pensato che un paese civile deve garantire alle mamme d’Italia una vecchiaia serena e dignitosa. Abbiamo fatto i calcoli, costerà 8 miliardi di euro, da quando compiranno 67 anni andrà loro una pensione di 1000 euro al mese. Credo – ha concluso – sia un fatto migliorativo dell’Italia di domani”.
Che ci sia ancora un numero significativo di italiani pronto a votare Berlusconi non deve stupire più di tanto. È andata così da che mondo è mondo. Il cardinal Carafa, nel ‘500, diceva: “Vulgus vult decipi, ergo decipiatur”, il popolaccio vuole essere preso in giro, e che sia preso in giro”.
Così aveva fatto Berlusconi nel 2001, così ha fatto nel febbraio del 2018, nello stesso studio di Porta a Porta, davanti a un Bruno Vespa divertito ma non così convinto. Rivedere oggi il video di 17 anni fa colloca la propaganda di Berlusconi in una prospettiva quasi storica.
Niente di nuovo sotto il sole, ma pensare che quasi 5 milioni di italiani (calcolo un po’ rozzo ma non tanto sbagliato) ci cascano ancora, evoca pensieri cupi e disperati.