ROMA – Elsa Fornero non si dà pace e “non riesce a capire” la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha bocciato l’esproprio proletario ai danni dei pensionati architettato dalla stessa Fornero e dal suo patrono Mario Monti nel breve ma intenso e infausto periodo in cui hanno avuto in mano il Governo in Italia. Secondo la Corte Costituzionale è illegittimo il blocco dell’adeguamento dei trattamenti pensionistici al costo della vita per gli assegni superiori a tre volte il minimo Inps voluto dal duo Fornero Monti.
Intervistata da Repubblica, Elsa Fornero ha avuto il becco di dire:
“Non riesco a capire. Bloccare le pensioni alte, o comunque non quelle più basse, in un momento di grave crisi finanziaria è una manovra contro la quale è difficile eccepire”.
Cercando di prendere le distanze dai suoi danni, Elsa Fornero ha aggiunto:
“La prima osservazione è che non era certo una norma stabilita da me. Per una volta, il Governo Monti era stato unanime nel ritenere che per ragioni di emergenza finanziaria fosse motivato stabilire quel blocco. Non era facile, e di fatti io stessa ne fui colpita, e chiesi che la norma non fosse estesa a chi percepiva 1000 euro al mese, o meno. Una richiesta personale fatta proprio alla luce della mia comprensione dei problemi”.
Ma se non fu lei a volere quella legge, chi gliela impose? Ecco salta fuori una conferma al sospetto, che è più di un sospetto, che dietro il paravento con le facce dei ministri si nascondano le forze occulte del vero potere, rappresentate dai funzionari ministeriali, che con i governi di Mario Monti e Enrico Letta hanno avuto il massimo riconoscimento con leggi demenziali (comel’apertura, che legge poi non diventò per merito del ministro Maurizio Lupi, ai ciclisti contro mano nei centri urbani) e con posti di prima fila da ministri: dagli Esteri alla Difesa ai Beni culturali.
Elsa Fornero sembra dare corpo a quei timori. La norma, scrive l’agenzia Ansa che rilancia l’intervista, non faceva parte della riforma pensionistica,
“non fu una norma proposta da me e non entrò nella riforma. Fu dovuta alla situazione economica tragica del Paese, da tutti conosciuta. Il Governo impose il blocco per due anni. E l’indicizzazione delle pensioni più basse fu sbloccata grazie al mio intervento”.
Ciò detto, la compagna Elsa Fornero aggiunge:
“È difficile pensare che quella norma fosse incostituzionale nelle circostanze di quel periodo”.
Ma dove è stata a scuola? Probabilmente a Torino o nei dintorni, dove forse ancora rimpiangono i tempi pre Statuto Albertino. Per questo non capisce che le Costituzioni sono scritte proprio per dare regole certe ai cittadini di un Paese, a prescindere dai tempi e dalle circostanze. Un colpo di stato ufficialmente non ci fu nel 2011, anche se la nomina a primo ministro di Mario Monti da parte di Giorgio Napolitano ne ebbe molti tratti caratteristici. Lo stupore di Elsa Fornero si può capire solo se, contestualmente al colpo di Stato occulto, fossero stati aboliti i diritti costituzionali in nome della crisi economica. Che si trattasse di una tempesta perfetta per fare cadere Berlusconi lo si può intuire pensando che l’economia italiana da allora ha continuato a andare peggio, anche grazie al contributo decisivo dei blitz di Mario Monti e Attilio Befera, eppure nessuno sembra più dedurre dalla crisi motivi per interventi eccezionali tipo quelli attuati da quell’infausto Governo”.
Per concludere la citazione dell’intervista, le ultime parole famose:
“Non si trattava di una retribuzione differita a chi la percepiva, non corrispondeva ai contributi versati. E questa norma arrivava in un momento in cui tutti piangevano per i giovani senza lavoro. È difficile vederla ora come incompatibile con la Costituzione”.
Quanto ai giovani senza lavoro, in un Paese come l’Italia dove ci sono milioni di stranieri che lavorano, una cosa giusta Elsa Fornero l’ha detta: che sono troppo “choosy”.
Volete una conferma? Se avete fatto benzina la sera della vigilia del primo maggio (ma così anche tutte le altre sere), chi c’era ad aiutarvi con i tubi del distributore? Un extracomunitario.Gli italiani: a casa alla tv, in pizzeria, in discoteca…