Peppa Pig, Islam offeso. Oxford: maiali e salcicce via dai libri

Peppa Pig, Islam offeso. Oxford: maiali e salcicce via dai libri
Peppa Pig al bando dai libri della Oxfrod University Press: offende l’islam

LONDRA – Peppa Pig al bando in Inghilterra. Non proprio o non ancora i libri e i video del personaggio popolarissimo tra i bambini, ma per il momento si comincia con le citazioni. Rivela il Daily Mail che nelle nuove linee guida della Oxford University Press, una delle più prestigiose e importanti case editrici di libri al mondo, è stato proibito agli autori di nominare personaggi dalla epopea di Peppa Pig. Scrive il Daily Mail:

“Storie su salcicce, maiali e pancetta sono proibite”, come è proibito, agli autori della Oxford University Press, di “nominare personaggi da Peppa Pig”.

Siamo all’eccesso della prudenza e del politicamente corretto, che fa ridere anche i musulmani. Khalid Mahmood, musulmano e deputato laborista alla Camera dei Comuni di Londra, ha definito l’iniziativa una “totale idiozia”.

Federico Novella su Libero rilancia la notizia e lancia l’allarme per Peppa Pig, cosa che 4 mesi fa era stata smentita, anche se in termini sibillini: non è in corso alcuna campagna islamica per mettere al bando Peppa Pig, era stato detto. Si vede che i burocrati editoriali della Oxford University Press hanno preferito anticipare i musulmani e sono stati anche più zelanti degli islamici. Grande scandalo sui giornali inglesi.

Però la situazione è proprio questa, come spiega Federico Novella su Libero: la Oxford University Press,

“uno dei principali editori per le scuole del Regno Unito (che vende libri in 200 paesi nel mondo) ha deciso di bandire dai manuali scolastici qualsiasi illustrazione di maiali, reali o di fantasia, «al fine di non turbare i piccoli ebrei e musulmani». La raffigurazione del suino è «offensiva» per chi ha certi precetti religiosi. Secondo gli inglesi non solo ti resta sullo stomaco, ma a qualcuno può dare alla testa. E di questi tempi, non si sa mai. Diciamolo subito chiaramente: censurare Peppa Pig è una tragedia. Anzi, per restare in tema, una porcata.

“Ma Peppa Pig è solo la punta dell’iceberg. Se vai a leggere bene la direttiva britannica antimaiale, scopri che gli autori per bambini dovranno «astenersi dal disegnare o illustrare verbalmente suini e loro derivati». Cioè, capito? Non solo il maiale in sé, ma anche i derivati del suino da oggi sono banditi dai libri di testo dei sudditi di Sua Maestà. Insomma, raffigurare una salsiccia, un culatello, o una porchetta di Ariccia, da oggi è sacrilegio. Il capocollo? Il sanguinaccio? Non sta bene. È un insulto alimentare nei confronti delle minoranze religiose. Dobbiamo dedurre che anche la foto di un piatto di bucatini all’amatriciana con pancetta, sia una provocazione bella e buona (soprattutto buona). E la polenta con la luganega? Irrispettosa. E la guerra di civiltà scatenata dal Culatello di Zibello? E vogliamo parlare della totale mancanza di rispetto della sopressata cilentana? Tutti derivati offensivi del suino, che evidentemente fanno schizzare in alto la tensione internazionale, oltre che i trigliceridi.

“Facciamo così. Già che ci siamo normalizziamo non solo i disegni, ma anche le parole. “Maiale” suona brutto: troviamo un sinonimo più affettato e meno offensivo. Tipo: “Quadrupede rosaceo”. La stampa si aggiorni: non vogliamo più sentir parlare di “Porcellum” nelle cronache politiche. Non nominate il nome del suino invano. Per dire, occhio anche alle imprecazioni: anziché “porcocane”, non sarebbe meglio un più diplomatico “Perbaccolina”? Chi l’avrebbe mai detto. Dopo il presepe e l’albero di Natale, adesso a chiedere aiuto, nell’impari lotta contro il politicamente corretto, è uno dei tesori più saporiti della nostra civiltà: il cotechino. L’orgoglio del mondo libero è appeso a un wurstel. Per carità: salviamo Peppa Pig e i suoi derivati dal tritacarne della censura. Perché del maiale, e di tutto il nostro patrimonio culturale, non si butta via niente”.

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