Obama e i “campi di sterminio polacchi”. Una gaffe, sì, ma…

Pubblicato il 31 Maggio 2012 - 21:25 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Barack Obama ha fatto una gaffe di cui poi si è scusato parlando erroneamente di “campi di sterminio polacchi”. Varsavia si è rivoltata, il portavoce del Consiglio per la sicurezza Nazionale, Tommy Victor, ha tentato di rimediare al danno ma la frase del presidente americano ha dato comunque scandalo. Che quella di Obama sia stata una gaffe e un’imprecisione storica è certamente vero, ma che i polacchi si scherniscano così tanto per essere additati come antisemiti fa un po’ riflettere. Pur essendo un popolo profondamente credente (nella fede cattolica), furono anche il popolo in cui si consumò l’ultimo pogrom contro ebrei nella storia, nel 1968, un Paese dove gli ebrei sono comunque guardati a vista.

Non molto tempo fa il fanatismo antisemita si è manifestato ad esempio con graffiti anonimi che hanno sporcato monumenti ebraici. Dal punto di vista politico, è sempre attuale la discussione sul ruolo degli ebrei per quanto riguarda incarichi istituzionali: ad esempio qualche anno fa circolarono alcune voci che annunciavano l’origine ebraica del primo ministro Tadeusz Mazowiecki. Mazowiecki è invece un noto cattolico, ma le voci sono bastate a dipingerlo come un leader “sospetto” agli occhi dell’opinione pubblica.

Quella sui campi di sterminio polacchi è quindi certo un errore, storico e politico, da parte di Obama ma forse il presidente degli Usa è stato fuorviato da una certa nomea che la Polonia si è fatta riguardo al trattamento degli ebrei. D’altronde non pochi furono quelli che anche dopo la Seconda Guerra Mondiale lasciarono Varsavia e le altre città polacche per cercare salvezza negli Stati Uniti.