La Rai perde fatturato pubblicitario, da 745 milioni del 2012 a “una forchetta” fra 680 e 675 previsti nel 2013.
La Rai ha sfasciato il mercato della pubblicità in Italia, mettendo in ginocchio l’online per quanto poco costa la Tv di Stato, con politiche di vendita aggressive, da tv di quartiere, dimenticando di detenere un bene raro: la scarsità degli affollamenti.
Con orgoglio Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai (fonte Andrea Sechi su Italia Oggi), sputa sul passato e dice:
“La pubblicità [della Rai] è stata venduta molto al chilo. Vendere il primo spot di sette è differente dal vendere il terzo, il quarto o il quinto”.
L’impressione che si ricava, dai racconti degli operatori del mercato, è che la vendita un tanto al chilo sia in atto ora, con il nuovo corso di Lorenza Lei e Fabrizio Piscopo. Ma tant’è, Gubitosi dice:
“La Sipra era uno dei problemi più stringenti per il Gruppo”
mentre ora si può dire che è uno dei problemi più gravi per l’intero sistema in Italia. È quel che pensano molti, anche se nessuno lo dice, perché tutto quello che fa male a Berlusconi è di sinistra. E così giornali come Repubblica e il Corriere preferiscono mandar via la gente che lottare. Non lo dice certo Gubitosi, il quale anzi afferma:
“Rispetto a Mediaset, la Rai non riusciva a valorizzare i propri ascolti. Premesso che Publitalia [la concessionaria di pubblicità di Mediaset] ha una organizzazione e capacità decisamente superiori, il gap era eccessivo e Sipra [la concessionaria della Rai] aveva grandi spazi di miglioramento”.
Dove sia stato questo miglioramento è presto detto. La Rai nel primo semestre 2013 ha perso 50 milioni di fatturato, rispetto ai 435 del 2012, con un calo percentuale dell’11,5%. Nel primo semestre del 2012 rispetto al 2011 aveva perso il 14,2%. Il trionfale miglioramento è di 2,7 punti.
Per il 2013 Rai prevede di perdere, sull’anno, fra l’8 e il 10 per cento del fatturato, con un calo in cifra assoluta di 65 milioni. Ciò vuole dire prevedere che nel secondo semestre ne perderà solo 15, cosa che è tutta da vedere.
Quel che è certo invece è che la Rai ha scatenato una guerra di prezzi che, per il gioco dei vasi comunicanti che caratterizza il mercato pubblicitario in tutto il mondo,nel primo semestre 2013 ha certamente danneggiato Mediaset (- 17%) e schiacciato i più deboli: i giornali, sia su carta (-23%), sia online.
Valeva sfasciare il mercato per ridurre il calo di 2,7 punti? Non male, se a ragionare così è un’azienda finanziata con il canone.