A chi il reddito di cittadinanza? Ai poveri “terroni” del sud e agli stranieri poveri del nord

A chi il reddito di cittadinanza? Ai poveri "terroni" del sud e agli stranieri poveri del nord
A chi il reddito di cittadinanza? Ai poveri “terroni” del sud e agli stranieri poveri del nord

ROMA – E’ vero, le code di meridionali in fila ai Caf il giorno dopo le elezioni era una clamorosa fake-news, e un autogol per chi spera di contrastare il successo dei populisti a 5 Stelle, a cominciare dal reddito di cittadinanza. Due volte autolesionista perché mentre avalla il pregiudizio delle cosiddette elite sui terroni fancazzisti rifiuta di immaginare un percorso di reinserimento dei troppi emarginati da globalizzazione e nuove tecnologie: difficile che da quelle parti riuscirai a prender qualche voto. 

Tuttavia, è ancora più difficile litigare con l’ultimo bollettino dell’Istat sulla distribuzione della povertà in Italia e la conseguente composizione della platea dei beneficiari. Semplificando al massimo, il Sole 24 Ore ne indica due gruppi principali. Il gruppo più ampio di poveri rispetto alla popolazione residente vive al sud e nelle isole, più di un abitante su 10 (poco più di un milione e mezzo di persone). Quanto al nord, “un’ampia parte dei poveri che vivono al nord è costituita da persone nate all’estero e poi immigrate nel nostro paese”. 

Anche al sud gli immigrati sono poveri, ma sono pochi. I dati sociologici spiegano che “oltre un quarto di chi vive in famiglie di soli non nativi risulta in effetti povero”. Lo sanno gli elettori della Lega e di Salvini al nord che il reddito di cittadinanza andrà in gran parte a poveri italiani del sud e poveri immigrati del nord?

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