ROMA – Renzi contro burocrazia: consigli dall’India di Modi, spicciafaccende in proprio. Potrebbe essere utile Matteo Renzi, visto che è in America, dare un’occhiata al New York Times o, in alternativa prendere un tè domani con il premier indiano Narendra Modi, anche lui nei paraggi. Potrebbe apprendere un metodo indiano, fatto suo dal premier Modi, per finalmente abbattere la tenacissima resistenza della burocrazia italiana che cinge d’assedio la presidenza del Consiglio e che inibisce, annacqua, rinvia ogni provvedimento riformatore.
Annunci, petizioni di principio, improvvisi scatti di collera, minacce non bastano più, gli italiani stanno dalla sua parte contro il potere d’interdizione della casta burocratica ma, come dire, vogliono la ciccia non l’ennesima scorsa al menù, non l’aggiornamento continuo e sterile dello stato d’avanzamento lavori. “Lotta violenta alla burocrazia”, per intenderci, era e resta uno slogan. Meglio la via non violenta, gli indiani se ne intendono e Modi, con rispetto parlando, è un vecchio marpione.
Il New York Times ci informa che in India, dove il potere del Palazzo a New Delhi è da sempre distribuito tra ministeri pesanti, editori e business tycoon, Modi ha introdotto uno stile intransigente e accentratore per imporre il cambio-verso necessario. Praticamente ogni settimana durante i primi mesi del suo mandato, le voci di corridoio più insistenti battevano sempre lo stesso tasto: Modi e la sua squadra tenevano un controllo capillare e continuo su tutti i funzionari, anche quelli del suo stesso gabinetto, a ogni livello.
Un ministro s’è sentito chiedere a muso duro, a poche ore dall’agognato weekend, quanti dossier avesse accumulato sulla scrivania: la lavata di capo è stata talmente efficace che il ministro il weekend l’ha passato tutto per azzerare la montagna di pratiche accumulate. Non finisce qui, evidentemente.
Settimana dopo settimana, Modi ha rafforzato poteri e competenze dell’ufficio del primo ministro al punto di farlo diventare la forza dominante del governo (no, non è affatto implicito che lo sia). Poche ma invalicabili paletti: niente interviste dei funzionari con i media, divieto ai ministri di assumere membri dello staff senza sua approvazione. Di più, Modi ha iniziato a preparare appuntamenti, convegni e agenda in solitario. I vecchi burocrati si lamentano, in forma anonima ovviamente: Modi manda gli inviti a poche ore dall’evento, rende impossibile per noi, accusano, partecipare alle decisioni di policy making. Appunto.