Roma, Comune accattone: “Le monete nelle fontane sono mie”

Roma, secondo atto giunta: monete fontane proprietà Comune
Roma, secondo atto giunta: monete fontane proprietà Comune

ROMA – E’ servita una delibera del Campidoglio per stabilire definitivamente che tutte “le monete tirate nelle fontane sono di proprietà del Comune”. E per certificare che l’amministrazione sta davvero “alla frutta”, come si dice a Roma. Più di così il fondo del barile non sembra possibile raschiarlo. Il rastrellamento degli ultimi spiccioli ha ricevuto il nulla osta burocratico.

Era necessario perché finora la raccolta è in vigore solo per la Fontana di Trevi: adesso è estesa agli altri quindici invasi storici. Si tratta del secondo provvedimento adottato dalla giunta post dimissioni. In effetti solo la Fontana di Trevi rende un milione di euro l’anno, ma vengono girate subito nelle casse della Caritas. Nella vasca del Bernini a Piazza Navona ogni anno si raccolgono una media di 11 chili di monete.

 

Cartelloni pubblicitari avviseranno i turisti del fatto che “il lancio delle monetine è da considerarsi atto devoluto in favore di Roma Capitale”. E appropriarsene è un reato penale, furto. Chi lancia una monetina fa un voto per ritornare nella città eterna, l’amministrazione è giustamente convinta che quel “rito benaugurale” sia un investimento e una benedizione per il turismo romano. Nel frattempo arraffa, conta e mette in tasca: dagli scontrini del ristorante chiacchierati agli spicci, una città sempre più, come dire, “pulciara”?

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