Roma senza sangue né fuoco, complimenti al ministro Minniti: quando la politica vuole…

Roma senza sangue né fuoco, complimenti al ministro Minniti: quando la politica vuole..
Roma senza sangue né fuoco, complimenti al ministro Minniti: quando la politica vuole.. amche sicurezza è parola di sinistra (Foto ANSA / MATTEO BAZZI)

Complimenti a Marco Minniti, il ministro dell’Interno col fisico del ruolo. Per la prima volta da tempi immemorabili, forse da sempre, una giornata di cortei, che potevano anni dovevano diventare occasione di scontri, tafferugli e incendi, si è conclusa senza incidenti. Onore al merito delle Forze dell’ordine. Ancora una volta però si è avuta conferma del principio che è sempre e soprattutto una questione politica, di scelte e fermezza ma anche e soprattutto prevenzione.
A Genova, dove accadde lo scempio, Berlusconi giocò la carta del dialogo, segnale ambiguo per che viene con intenzioni ostili. Facite ‘a faccia feroce insegnano a Napoli. Così a Roma Polizia e Carabinieri hanno giocato d’anticipo, con perquisizioni e fermi. Hanno lanciato un segnale chiaro e preciso a chi sperava di sfruttare le patetiche esibizioni di Landini & Camusso, di Storace & Alemanno in una occasione di fuoco e sangue.

A Roma, Minniti ha ribadito un principio già affermato quando, sottosegretario di D’Alema premier, difese le bombe su Belgrado. Principio ribadito  di recente in tema di ordine pubblico e sicurezza pubblica in Italia. A Roma hanno parlato i fatti. Sinistra non vuol dire buonismo melenso stile Veltroni e Boldrini, vuol dire anche fermezza stile Dzeržinskij.
La prossima volta ci aspettiamo un passo ulteriore. Che la Questura, con la copertura del suo ministro, neghi proprio la autorizzazione. Se vogliono fare i cortei li facciano dopo le 18 della domenica, quando le loro libere espressioni del loro libero pensiero non andranno a configgere con gli interessi e i desideri di milioni di liberi cittadini che per colpa di costoro liberi non sono.
E tanto per completare il quadro, lanciare un messaggio anche a Papa. Nemmeno lui può permettersi di scombinare il sabato di una città come Milano, facendo pagare ai ittici i il prezzo del disagio, ai commercianti il prezzo degli affari mancati, agli italiani il prezzo della sua protezione. I bagni di folla soddisfano l’io del Sommo Pontefice, al massimo mandano in estasi i già fedeli ma non servono alla causa della Fede. Se Papa Francesco doveva fate pace col suo nemico Scola, poteva farlo in forma privata o in San Pietro, che è territorio suo.

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