ROMA – Centomila tombini intasati, metro allagate, il Grande Raccordo Anulare bloccato per ore, infiltrazioni d’acqua negli ospedali: Roma sprofonda sotto la guida di Ignazio Marino. Bomba d’acqua o no la capitale d’Italia, come sempre, come ogni volta che viene colpita da violenti nubifragi, non sa difendersi dal maltempo: fogne al limite del collasso, strade pericolanti, voragini. “L’eterna maledizione dell’incuria” l’ha definita Mario Ajello sul Messaggero. Cambiano i sindaci, il risultato è lo stesso.
“Quando stavamo per entrare sul raccordo abbiamo visto davanti a noi una pozzanghera gigantesca, ma non si capiva quanto l’acqua fosse profonda. Abbiamo visto che altri veicoli erano riusciti a superare il laghetto e abbiamo provato ad andare avanti anche noi. Ma dopo qualche metro la macchina si è arenata in mezzo alla strada e siamo stati presi dal panico” racconta uno dei tanti automobilisti bloccati domenica 15 giugno sul raccordo.
Dalla segreteria dell’assessore Paolo Masini emerge un dato impressionante riportato dal Messaggero: una caditoia su 5 è scollegata dalla rete, ovvero circa 100mila tombini sarebbero ostruiti, non funzionanti, a cui vanno legate alcune aree urbanizzate in maniera troppo spinta. Ecco spiegato il motivo dei continui allagamenti.
Bloccata anche la Metro in diversi punt: allagata la stazione di Anagnina dove le idrovore non hanno funzionato.
E l’acqua è arrivata anche negli ospedali, fin dentro il reparto di rianimazione del San Camillo. In tilt anche l’Umberto I.
“Scene che non si vedono neanche negli ospedali da campo” commenta la mamma di un paziente. All’Umberto I danni al centro di Ematologia e nell’area del centro trapianti di midollo osseo.
“Per coprire le falle ed evitare le infiltrazioni le guardie giurate che lavorano nel reparto sono state costrette a utilizzare i lenzuoli dei letti. Solo così siamo riusciti a garantire tutti i servizi” ha detto il primario.
Al San Camillo invece gli allagamenti si sono registrati nel reparto di Rianimazione.
“Il problema – spiega il direttore del San Camillo – è che nel corpo di fabbrica dell’edificio che ospita il centro di Rianimazione il tubo che raccoglie le acque meteoriche è all’interno delle mura. Le forti piogge devono aver intasato la condotta e causato il problema”.