Sciopero sociale: definizione per mascherare insuccesso Cgil-Fiom?
Pubblicato il 14 Novembre 2014 - 11:31 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – Sciopero sociale è una nuova definizione di sciopero, inventata da Repubblica.it con questo originale titolo: “Sciopero sociale in tutta Italia. In piazza studenti e precari”.
Fin a oggi lo sciopero era sciopero, quale che ne fosse la motivazione. La parola sciopero era seguita da un aggettivo che lo definiva per estensione: aziendale, di categoria, generale, di reparto. Oppure era selvaggio, nel senso che non era preannunciato e quindi impediva aggiustanenti della produzione per rendere più severi gli effetti.
Quella dello sciopero sociale non la si era mai sentita. Talmente è originale che la definizione non trova riscontro nemmeno nel titolo dell’articolo, all’interno del sito.
Viene il dubbio che l’etichetta sociale serva a mascherare il non pieno successo, diciamo così, dello sciopero generale indetto da Cgil e Fiom. La seconda riga del titolo è un buon indizio: in piazza ci sono studenti e precari, non si parla di operai né di impiegati.
Hanno scioperato gli studenti, che sono sempre pronti, e i mezzi pubblici, che sono la categoria a più alta propensione di sciopero.
Lo ‘Strike Sociale’ è, spiega Repubblica,
“una mobilitazione promossa da Fiom, Cobas e sindacati autonomi, studenti e precari, attivisti per i diritti civili, esponenti dei centri sociali e delle “occupazioni culturali””.
Hanno creato non pochi disagi ma dal punto di vista politico non molto di più.