Shalabayeva. Merito di Bonino? No del Kazakhstan. Marò: silenzio. Ma è sinistra?

Pubblicato il 27 Dicembre 2013 - 13:53 OLTRE 6 MESI FA
Shalabayeva. Merito di Bonino? No del Kazakhstan. Marò: silenzio. Ma è sinistra?

Emma Bonino con il velo in testa con il collega Mohammad Javad Zarif dell’Iran. Parigi val bene una Messa, sentenziò Enrico IV: ma diventò re di Francia. Qui, per molto meno…

Shalabayeva, rivincita dell’Italia” è il titolo un po’ tanto esagerato e anche un po’ fuori luogo con cui Repubblica annuncia un apparente exploit di Emma Bonino, ministro dell’Interno. È il trionfo. Anche se poche ore dopo un altro giornale, il Messaggero, ha molto ridimensionato il successo di Emma Bonino, riconducendo la “liberazione” a una mossa astuta del perfido dittatore Kazako, la vulgata vuole che lei, proprio lei, Emma Bonino, sia riuscita a convincere i kazaki di far tornare in Italia Alma Shalabayeva, moglie di Muktar Ablyamov, un fuoriscito dal Kazakhstan, ricercato per una serie di malversazioni nel suo Paese e anche per reati commessi in Inghilterra.

Noi lo abbiamo promosso santo subito allo status di rifugiato. Tanto rifugiato che gli inglesi lo volevano mettere dentro e ce lo hanno messo i francesi. Nel mondo vogliono arrestarlo, in Italia si processano quelli che hanno fatto rispettare la legge violata dalla moglie e anche da lui.

Anzi si può già scommettere che alla Shalabayeva saranno riconosciute tutte le possibili attenuanti e non le faranno nulla mentre i poliziotti saranno condannati.

La Shalabayeva era diventata in agosto un caso nazionale per essere stata espulsa dall’Italia  consegnata agli afghani con una procedura un po’ più rapida di quanti riservato ai tanti clandestini, pardon migranti, che si trovano sul suolo italiano. Quelli, in genere, sono poveracci e comunque non hanno molti mezzi. La Shalabayeva ha un marito ricco a miliardi, si è avvalsa di uno dei primi studi legali di Roma e è diventata una icona della sinistra.

Imbarazza doverlo scrivere, ma è deprimente vedere come il Ministero degli Esteri e la sua ministra abbian tanto poco da fare al punto che si sono tanto sbattuti per una signora che era in Italia con documenti falsi, mentre giornali e politici e ministra sono del tutto disattenti rispetto al dramma di due italiani, che hanno la sfortuna di essere militari e quindi sicuramente di destra e quindi, secondo un cliché che sembrava superato con la prima guerra mondiale, poco più che immondi.

Ma perché? Anche in questo caso, la sinistra intellettuale e giornalistica non ha avuto dubbi: i marò sono probabilmente due assassini e i pescatori indiani da loro probabilmente uccisi due povere vittime, sorvolando sul fatto che molto spesso i pirati, in quei mari d’Oriente, tra un arrembaggio e l’altro, fanno proprio i pescatori. Anzi, si sa che i primi atti di pirateria, da parte di somali, furono reazione all’eccessivo sfruttamento di quei mari da parte delle grandi flotte da pesca giapponesi e non solo.

Pensate che sia davvero di sinistra comportarsi così?

Per poi non parlare di quei poveri italiani presi in giro dal Congo, patria del ministro Cécile Kyenge, che li ha un po’ mandati allo sbaraglio.

Quanto al trionfalismo di Emma Bonino, il Messaggero getta sopra un bel po’ di cubetti di ghiaccio. La “liberazione” della Shalabayeva non sarebbe frutto della bravura del nostro Ministero degli Esteri ma di un astuto calcolo orientale:

“Sull’improvviso cambio di posizione da parte del governo di Nursultan Nazarbayev, potrebbero aver pesato anche altri fattori. A cominciare dalla guerra che la Repubblica centroasiatica conduce da anni per riportare in patria e processare Mukhtar Ablyazov“.

La posizione del governo di Nazarbayev, stando al Messaggero, è

“cambiata improvvisamente il 24 dicembre, con una mossa – in linea con il rilascio delle Pussy Riot e degli attivisti di Greenpeace da parte di Putin – che potrebbe rendere il Kazakstan più “credibile” nella battaglia legale per rimpatriare e processare Ablyazov […detenuto]  in Francia sul quale pende una richiesta di estradizione russa alla quale la magistratura francese ha dato parere favorevole: la nuova linea “dal volto umano” kazaka potrebbe rendere più convincente la Repubblica centroasiatica nella richiesta di rimpatrio”.