BRESCIA – Vittorio Sgarbi ha mandato i Carabinieri a svegliare il sindaco di un comune in provincia di Brescia perché voleva organizzare nel cuore della notte la visita del giorno dopo a un quadro esposto ai Musei Mazzucchelli di Mazzano (Brescia).
Senza vergogna, Vittorio Sgarbi ha confermato e commentato:
“Non credo che i carabinieri di Mazzano avessero molto di più da fare quella sera che cercare il sindaco del paese con il quale il più grande critico d’arte italiano aveva necessità di parlare”.
Siamo oltre i confini dell’incredibile. C’è qualcosa, in tutto questo che non torna, una solidarietà, diciamo così, tra Vittorio Sgarbi e il sindaco di Mazzano, Maurizio Franzoni (lista civica di destra) che trasforma un episodio di arroganza e prepotenza in un semplice abuso di potere, semplice nella spiegazione ma gravissimo nella sostanza: Sgarbi voleva parlare col sindaco, il telefonino del sindaco era silenziato, ciascuno di noi se ne farebbe una ragione, Sgarbi ha mosso il ministero dell’Interno per fargli dire di rispondere. Al ministero dell’Interno, che noi pensiamo mobilitato a sventare ogni genere di attentato, l’hanno presa sul serio e hanno mandato i carabinieri, che forse avrebbero avuto da fare qualcosa di meglio che non fare da fattorini per Sgarbi.
L’agenzia di stampa Ansa riferisce così .
“Voleva vedere un quadro esposto ai Musei Mazzucchelli di Mazzano e nella notte ha fatto chiamare il sindaco del Comune bresciano dal ministero dell’Interno. Protagonista, Vittorio Sgarbi che non riuscendo personalmente a contattare il sindaco di Mazzano, Maurizio Franzoni, si è messo in contatto con la ‘batteria’ del Viminale che ha rintracciato il primo cittadino del paese bresciano. I carabinieri di Brescia, nella sera tra il 29 e il 30 dicembre, hanno mandato una pattuglia a casa del sindaco che non rispondeva al telefono e gli hanno comunicato di mettersi in contatto con il ministero. Sindaco e Sgarbi sono poi riusciti a parlarsi e ieri, ultimo giorno dell’anno, Vittorio Sgarbi ha visitato i Musei Mazzucchelli di Mazzano.
“Alla Batteria del ministero sono tutti miei amici, mi hanno chiesto se era urgente e ho risposto loro che era urgentissimo”, ha detto Vittorio Sgarbi, che all’ANSA ha confermato quanto accaduto.
“Il compito della Batteria è proprio quello di cercare sindaci e parlamentari che non rispondono al telefono”, ha detto Sgarbi. Che ha aggiunto: “Non credo che i carabinieri di Mazzano avessero molto di più da fare quella sera che cercare il sindaco del paese con il quale il più grande critico d’arte italiano aveva necessità di parlare.
“Il sindaco aveva il telefono silenziato e si è scusato per questo, ma è stato contento di incontrarmi perché abbiamo avviato un progetto molto importante per i Musei Mazzucchelli”.
Senza ritegno.
A Mazzano, in provincia di Brescia, vivono 12 mila persone. I Musei Mazzucchelli sono ospitati in una villa molto bella che fu del letterato del ‘700 Gianmaria Mazzucchelli; il suo primo corpo risale al ‘500.
La proprietà della villa Mazzucchelli è di una fondazione, la Fondazione Giacomini Meo Fiorot Onlus, intitolata ai suoi fondatori, Piero Giacomini (Conegliano Veneto, 1935) industriale biochimico, e Franca Meo (Treviso, 1939 – Brescia, 1999), poetessa e scrittrice. La fondazione, informa il sito ufficiale della Regione Lombardia, è
“stata riconosciuta dalla Regione Lombardia (19/1/1996 n. 6/8105) con lo scopo di tutelare, promuovere e valorizzare il patrimonio storico, artistico e ambientale di particolare interesse culturale.
La sua attività principale consiste nell’assicurare il funzionamento e lo sviluppo del Museo della Moda e del Costume, del Museo del Vino e del Cavatappi e della Casa Museo Giammaria Mazzucchelli, aperti al pubblico in tappe successive tra il 1995 e il 2004 e, oggi, comunemente denominati Musei Mazzucchelli”.
Chi dirige l’iniziativa non sembra avere molta opinione della potenza del museo e preferisce descrivere la villa, su Facebook, come
“Attrazione turistica · Tour e visite turistiche · Organizzazione matrimoni”.
In realtà, stando al sito della Regione, ci sono molte opere interessanti:
“Le opere esposte si datano a partire dal XIII secolo e sono prevalentemente riconducibili ad alcuni dei più importanti pittori rinascimentali di area lombardo veneta, tra i quali spiccano i nomi di Vittore Carpaccio, Dario Varotari, Paris Bordon, Tintoretto e Tiziano, accanto ad altri illustri maestri della pittura internazionale del XVI e XVII secolo come Corneille de Lyon, Van Dyck e Zurbaran”.