1.250 €: lo “spread” tra stipendi italiani e tedeschi. Fornero, che si fa?

ROMA – Messaggio per la ministra Fornero: il problema del lavoro italiano non è l’articolo 18 o i “troppi diritti” dei lavoratori, sono piuttosto le pessime condizioni dei dipendenti medi, precari o a tempo indeterminato che siano. Qualche giorno fa sul ‘Fatto Quotidiano’ Vittorio Malagutti faceva un esempio che può darci il senso di queste parole: metteva a paragone la condizione di Marta Cevasco, operaia della Fiat con quella di Jurgen Schmitt, operaio della Volkswagen.

Sono due operai metalmeccanici e hanno quasi la stessa età: 52 anni la signora italiana e 50 il suo collega tedesco, un’anzianità di servizio simile, entrambi tengono famiglia (coniuge e un figlio) e fanno più o meno lo stesso lavoro non specializzato. Qual è la differenza tra i due colleghi? Semplice: lo stipendio. Jurgen guadagna molto di più. A fine mese l’operaia italiana arriva a 1.436 euro, quasi la metà rispetto al metalmeccanico tedesco, che porta a casa una retribuzione 2.685 euro. Tra i due quindi, come tra i Italia e Germania, c’è uno “spread” di 1.250 euro. Non è forse su questo che si dovrebbe intervenire?

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